Politiche e modelli di intervento a supporto del rafforzamento delle conoscenze e competenze dei lavoratori autonomi
Il Ministero del Lavoro, con il supporto tecnico-scientifico dell’Isfol, ha realizzato un‘indagine quali-quantitatva rivolta all’individuazione di strumenti di intervento e di sostegno finalizzati allo sviluppo e all’aggiornamento continuo delle competenze professionali dei lavoratori autonomi. La scelta di questo particolare segmento di lavoratori è riconducibile ad una minore attenzione delle politiche pubbliche a sostegno: come noto la maggior parte di esse si concentra sui lavoratori dipendenti e sulle imprese che dispongono di strumenti diversificati, come le risorse rese disponibili dalle norme nazionali (legge 236/93 e 53/00), nonché dai Fondi Paritetici Interprofessionali, oltre che dal Fondo Sociale Europeo. Per i lavoratori autonomi è di fatto disponibile solo quest’ultima linea di finanziamento, e spesso secondo modalità che nei diversi contesti regionali si declinano non sempre secondo iniziative confacenti all’effettivo loro fabbisogno professionale. Per alcuni profili più strutturati gli ordini professionali dettano delle strategie di aggiornamento (ad esempio come il caso degli ECM nel settore sanitario) e organizzano talora attività di formazione: si tratta tuttavia di esperienze limitate ed estese a poche categorie.
Nello specifico la ricerca prevedeva 4 linee di attività. La prima linea, conclusa nel 2011, è consistita nella definizione puntuale del target e nell’identificazione delle categorie di lavoratori autonomi da includere nell’indagine. E’ stata realizzata sulla base di una attenta analisi delle banche dati statistiche e documentali aggiornate sull’argomento. La seconda linea, terminata nel febbraio 2012, è consistita nella realizzazione e successiva analisi di 30 interviste presso figure decisionali di associazioni di rappresentanza di alcune categorie autonome: le interviste hanno riguardato sia ordini professionali, regolamentati e non, sia associazioni di categoria imprenditoriale. La terza linea riguardava la realizzazione di 12 focus group direttamente con lavoratori autonomi delle diverse categorie. Attraverso questi si intendeva analizzare quegli atteggiamenti e comportamenti rispetto ai processi di aggiornamento, nonché avanzare le prime ipotesi di intervento a supporto della loro crescita professionale. Nell’ultima e quarta linea sono state realizzate 15.000 interviste con la metodologia C.AT.I. (Computer Assisted Telephone Interview). L’ampiezza del campione ha consentito di elaborare le informazioni sia su base macroterritoriale, sia rispetto ad alcune famiglie di professioni autonomi, in modo da identificare e segmentare i potenziali intereventi più appropriati.
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