2. ISFOL: Responsabilità sociale d'impresa. Le policy

 

SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATILEGGI I CAPITOLI

 La nuova strategia dell’Ue e la strategia nazionale sulla RSI

Le opinioni emerse sull’ultima strategia della Commissione europea, a partire dalla nuova definizione data alla CSR di «responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società», risultano abbastanza diversificate, soprattutto da parte dei sistemi di rappresentanza, mentre dal fronte delle imprese si riscontra un generale apprezzamento, pur se evidenziato con toni diversi, sulla strategia dell’Unione europea e la nuova definizione di CSR.

Alcuni intervistati vedono infatti sostanzialmente con favore la nuova strategia, mentre altri attori chiave non condividono invece l’approccio di fondo seguito a livello di Unione europea che limiterebbe la flessibilità dei percorsi di RSI rispetto alla precedente concezione, che considerava la CSR come l’integrazione da parte delle imprese degli aspetti sociali ed ambientali nelle proprie strategie aziendali su base volontaria. 

Su un aspetto, però, i punti di vista sono unanimi, sia tra opinion leader dei sistemi di rappresentanza, che tra i rappresentanti delle imprese: la natura volontaria dell’adozione di comportamenti socialmente responsabili da parte delle imprese.

Tutti gli intervistati, infatti, concordano che la RSI nasca su base volontaria, perché diversamente non avrebbe alcun senso, né legittimità, dato che la volontarietà delle azioni di responsabilità sociale è il vero “valore aggiunto” della RSI, che parte dal presupposto del rispetto della legge per andare al di là della cogenza normativa e fare meglio e di più.

Ogni impresa è portatrice di una propria cultura, di una propria storia e valori che la contraddistinguono, per cui ciascuna singola impresa deve essere lasciata libera di individuare un percorso di RS adatto e coerente con le proprie esigenze e caratteristiche. La responsabilità sociale va intesa come un processo dinamico, in continua evoluzione, come qualcosa che non si presta a essere consolidato entro regole stringenti. Questa “flessibilità” nell’orientare le azioni di RS è tanto più valida se riferita alle PMI, che sono spesso imprese di stampo familiare, e che compongono la stragrande maggioranza del nostro tessuto economico nazionale.

Non ci devono essere, secondo quanto emerge dall’indagine, particolari vincoli che impongano alle imprese l’adozione di politiche e strategie di responsabilità sociale; l’azienda si impegna volontariamente perché ritiene che le pratiche di RSI siano in linea con i propri valori e fini aziendali. In linea generale la RSI si può configurare oggi sempre più, a detta degli intervistati, come un approccio strategico alla gestione d’impresa, basato su una visione relazionale della stessa. Poiché la RSI richiede un continuo impegno con gli stakeholder interni ed esterni, può anche consentire alle imprese di anticipare rapidamente le attese della società, così come può guidare lo sviluppo di nuovi mercati e nuove opportunità di crescita.

Ciascuna impresa deve poter scegliere di adottare un processo di responsabilità sociale cercando le soluzioni più adatte alle sue caratteristiche, ai suoi valori e alla sua cultura, e a quelli dei suoi interlocutori. Vanno quindi individuati principi comuni ma evitate standardizzazioni del processo di CSR stesso.

Vai al capitolo:
"La strategia europea" scarica il pdf

 

Vai al capitolo:
"La strategia nazionale" scarica il pdf

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE POLICY EMERGENTI

La cultura della responsabilità sociale e della sostenibilità

Il tema della diffusione presso le imprese e la società civile di una cultura della responsabilità e della sostenibilità, insieme alla consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa risulta, dalle testimonianze raccolte nell’indagine, piuttosto controverso, in particolare tra i rappresentanti dei sistemi di rappresentanza.

Si configurano, per grandi linee, sostanzialmente tre diversi filoni di pensiero:

  • il primo, secondo cui nel nostro paese la cultura della responsabilità sociale e del ruolo sociale dell’impresa è sufficientemente diffusa, sia presso le imprese che nella società civile;
  • una posizione intermedia, nella quale si trovano coloro che ritengono questo processo non del tutto realizzato, ma che mettono in luce ed apprezzano i progressi compiuti, anche se i margini di ulteriore crescita sono considerevoli;
  • un terzo filone, che sottolinea piuttosto il ritardo e la strada che ancora bisogna percorrere in questa direzione con uno sforzo di comunicazione e di sensibilizzazione molto forti per arrivare a ritenere sufficientemente diffusa la cultura della responsabilità sociale d’impresa. Sul punto è stato richiamato il ruolo delle istituzioni nel favorire un contesto favorevole allo sviluppo della RSI, anche attraverso la promozione di programmi didattici mirati su questi temi già dall’istruzione primaria, per trasmettere ai giovani l’importanza dell’associazionismo nell’economia e nel sociale, della cultura d’impresa e della cultura tecnica e professionale. Ciò anche al fine generare nei giovani un impegno diverso in termini di innovazione nelle organizzazioni nelle quali andranno ad operare, a differenti livelli di responsabilità.

I rapporti tra la RSI e il modello di governance aziendale

Nell’indagine sono stati analizzati i rapporti che intercorrono tra la sostenibilità e il modello di governance dell’azienda, per capire in che modo la responsabilità sociale/sostenibilità si integra nell’impianto valoriale, decisionale e gestionale d’impresa, sia grande, che media e piccola e se, a giudizio degli intervistati, essa costituisca realmente uno strumento gestionale delle politiche aziendali a valenza strategica.

Il risultato è che si evince una posizione abbastanza diffusa nel ritenere la RSI e la sostenibilità a pieno titolo parte della cultura di impresa strettamente legata al modello di governance aziendale e, in quanto tale, strumento ed elemento intrinseco alla gestionale delle politiche aziendali a valenza strategica, che si integra nell’impianto valoriale, decisionale e gestionale d’impresa.

 

La rendicontazione sociale quale strumento di comunicazione

È interessante rilevare, tra gli strumenti di comunicazione, l’importanza attribuita dagli intervistati alla rendicontazione sociale e di sostenibilità.

È ampiamente condiviso che la rendicontazione non finanziaria consente alle imprese di dimostrare la propria trasparenza verso il proprio mondo di riferimento, verso i collaboratori e di manifestare a tutti i valori etici cui si ispira l’attività di impresa, costruendo un dialogo costruttivo e un rapporto di reciproca fiducia con i propri interlocutori.

Le esperienze hanno confermato che dimostrare all’esterno di essere guidati da principi di correttezza, di orientamento agli interessi esterni e quindi di apertura alla comunità e attenzione all’ambiente genera esternalità positive di ampia portata, che vanno a vantaggio dell’economia e dell’intera società. In sostanza far conoscere ciò in cui si crede e quello che si fa concretamente non solo può aprire porte a nuovi benefici economici e commerciali per la stessa impresa, ma può anche incoraggiarne altre a impegnarsi su questo tema, aprire la strada a nuove opportunità di business e portare diversi risultati positivi, tra cui, a titolo di esempio: livelli più alti di fedeltà e di fiducia dei clienti; dipendenti più motivati e quindi più produttivi, relazioni migliori con le comunità locali, maggior risparmio sui costi.

Vai al capitolo:
"Le poliy emergenti dalle testimonianze dirette sul ruolo sociale d'impresa" scarica il pdf

Per una rendicontabilità sociale semplificata delle PMI

La redazione del bilancio sociale o di sostenibilità, come realizzata dalle grandi imprese e dalle multinazionali, non risulta esportabile alle PMI per la complessità e l’onere che tale rendicontazione richiede. Si richiama l’opportunità, laddove questa sia avvertita dalla singola piccola o micro impresa, di ricorrere all’utilizzo di procedure semplificate, snelle e graduali, anche in funzione delle reali esigenze di un reporting sociale o di sostenibilità in rapporto alla tipologia di azienda, alle attività che questa svolge e ai suoi mercati di riferimento. Solo pochi rappresentanti di imprese ritengono che il bilancio sociale o di sostenibilità sia esportabile, così come redatto dalle grandi imprese, alle PMI.

 Vai ai capitoli:
"La CSR nelle PMI" scarica il pdf

"La CSR nelle grandi imprese" scarica il pdf


TORNA ALLA NAVIGAZIONE DEI CONTENUTI

Azioni sul documento