Partecipazione e opportunità formative

I dati sulla partecipazione degli adulti alle attività formative mostrano alcuni importanti segnali di miglioramento, pur in presenza di gap ancora rilevanti rispetto al quadro europeo e internazionale. Migliora la posizione italiana nella graduatoria europea sulla diffusione del lifelong learning: dal 20° posto nel 2013 al 14° nel 2014, con un incremento della partecipazione formativa che porta l’indicatore di benchmark all’8% (+1,8%).

variazione

L’incremento registrato è principalmente imputabile alla crescita della formazione professionale (FP) e di quella fruita in ambito non formale: il 54% dei partecipanti ha frequentato corsi di FP, di cui oltre la metà erogati dal datore di lavoro. 

dati

Il tasso di partecipazione dei 25-64enni mostra più alti livelli di partecipazione fra le donne (8,3%) e fra gli occupati (8,6%), soprattutto se donne (10,1%). Ciò si riscontra in ogni fascia di età ed area geografica.

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La distribuzione delle opportunità formative penalizza l’accesso di alcune categorie svantaggiate, tra cui gli occupati low skilled.

Sul totale degli occupati, hanno partecipato ad attività formative soprattutto coloro che esercitano professioni di alto livello (15,3% intellettuali, 10,9% tecniche). Per le professioni low skilled l’aggiornamento e/o l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze avviene assai di rado.

Tuttavia, le previsioni di assunzione delle imprese si concentrano sulle figure professionali a basso livello di qualificazione. Infatti, mentre per le professioni high skilled l’aggiornamento delle competenze avviene principalmente per motivi professionali e durante l’orario di lavoro, per tutte le professioni low skilled ciò avviene in sporadici casi. Chi possiede bassi titoli di studio non solo ha minori possibilità di accedere a posti di lavoro qualificati, ma ha anche minori possibilità di ricevere un’adeguata formazione e di migliorare le proprie prospettive di carriera.

Risulta evidente il mismatch tra domanda e offerta di competenze, con il rischio dell’overeducation e del sottoinquadramento degli individui high skilled e con quello dell’invecchiamento e del deterioramento nel tempo delle competenze possedute dai low skilled.

Partecipazione ad attività formative

Dall’analisi del profilo età-guadagno dei lavoratori che hanno partecipato ad attività formative emerge infatti che i giovani altamente istruiti hanno livelli retributivi allineati ai redditi dei meno istruiti, con retribuzioni che si differenziano solo a partire dai 45 anni di età. 

Profilo età-guadagno

 

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