Dati e politiche dall’Osservatorio Competenze digitali
Convegno Agid, 15 gennaio 2016
18.01.2016 - C’è un urgente bisogno di competenze digitali nel nostro Paese, occorre colmare il gap rispetto alle altre economie sviluppate favorendo una visione sistemica del problema. È l’appello emerso nel convegno “Cultura digitale, un investimento per la società” che si è svolto a Roma il 15 gennaio scorso, in occasione della presentazione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle principali associazioni Ict, AICA, Assinform, Assintel e Assinter Italia e promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e realizzato da NetConsultingcube.
Nel Rapporto, giunto alla sua seconda edizione, si mette in evidenza che lo sviluppo di una cultura digitale è strategico ed è un bisogno prioritario a cui occorre rispondere rafforzando l’impegno e stimolando gli interventi a quattro livelli principali: i cittadini (promuovendo azioni di educazione digitale diffusa), la Pa e le Istituzioni (accellerando l’e-Government e la dematerializzazione), le imprese (con strumenti che favoriscono l’innovazione e accrescono la competitività) e il mondo della scuola (dove va favorita la cultura digitale ed ogni livello, a tutti i docenti e studenti, in ogni indirizzo scolastico). Si sottolinea inoltre la necessità di una condivisione strategica degli obiettivi comuni, per amplificare e velocizzare il dialogo tra mondo dell’istruzione e del lavoro. Fra le indicazioni operative si ricorda, ad esempio, il bisogno di accelerare la definizione di una rinnovata normativa per gli Ifts, realizzare una piattaforma nazionale dei contenuti didattici digitali, introdurre innovativi percorsi di formazione accademici, promuovere attività di tutoraggio extra curricolari, supportare un maggiore rapporto fra il mondo dell’istruzione e i bisogni del mercato del lavoro. Tutto questo sarebbe possibile creando le condizioni per un “ecosistema collaborativo” delle competenze digitali nato dalla collaborazione attiva di tutti gli attori sociali coinvolti.
Fra i dati che misurano le maggiori criticità, nel Rapporto si rileva che in Italia c’è uno scarso livello di copertura delle competenze Ict (definite sulla base del sistema europeo e-Competence Framework), misurato come simultanea presenza di tutte le componenti necessarie, livello che varia dal 73% delle aziende Ict al 67% delle società in house delle Regioni e Province Autonome al 48% delle aziende utenti, per poi scendere al 41% nella Pa Centrale e al 37% nella Pa Locale. Mentre in tema di osmosi scuola-lavoro, lo studio rileva che il 60% delle aziende e degli Enti ha rapporti continuativi con il mondo accademico, finalizzati prevalentemente ad assorbire risorse già formate per attività di stage, nonché di supporto a tesi di laurea sperimentali. Poche infatti sono le realtà che partecipano ai comitati di indirizzo dei corsi di studio. I rapporti con gli Istituti Tecnici/Istituti di Istruzione Secondaria sono scarsi: solo il 27,3% delle aziende Ict e il 22% di aziende utenti ed Enti Pubblici li dichiarano.
Al convegno è intervenuto anche Damien Lanfrey, (Segreteria tecnica del Miur) il quale ha presentato il Piano nazionale Scuola digitale, il documento di indirizzo del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana, un piano che non insiste tanto sulla dimensione tecnologica quanto sulla dimensione culturale ed educativa “un’azione culturale, che parte da un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio aperto per l’apprendimento e non unicamente luogo fisico, e come piattaforma che metta gli studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita”.
Per approfondire:
Osservatorio delle Competenze Digitali 2015