PENSIONI

Garantire sostenibilità al sistema agendo su più fronti

gruppo che lavora con anziano

gruppo che lavora con anziano

17.05.2016 - Mercato del lavoro più efficace ed efficiente, investimento sull’invecchiamento attivo e mantenimento di un buon livello di educazione e formazione, saranno alcuni dei fattori che potranno rendere il sistema pensionistico italiano più adeguato e sostenibile di fronte all’aumento dell’aspettativa di vita e alla riduzione del tasso di fertilità. Questo in sintesi lo scenario per il futuro emerso nel corso dei lavori della conferenza conclusiva del progetto IESS (Improving Effectiveness in Social Security) che si è tenuta lunedì 16 maggio a Roma presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il progetto si è concentrato sulla valutazione della sostenibilità del sistema pensionistico italiano analizzando la portata e i limiti delle riforme introdotte negli ultimi due decenni al fine di migliorare l’adeguatezza dei redditi e la sua capacità d’inclusione. Tanti i fattori da considerare nel contesto di uno scenario post crisi “caratterizzato da tre elementi in particolare: bassa crescita, disoccupazione, invecchiamento della popolazione”. Ha ricordato la rappresentante OCSE, Maria Cristina D’Addio.

Siamo di fronte ad una partita molto delicata che va giocata avendo una visione non solo di breve, ma anche di lungo termine. Le carte da mettere sul tavolo vanno studiate con attenzione per evitare di far saltare il banco. Il tema delle pensioni tocca tutto il sistema sociale del Paese. Sono implicati in questo discorso l’aspetto demografico, i meccanismi di regolazione del mercato del lavoro, la sostenibilità finanziaria e l’adeguatezza dei redditi. Sarà anche molto importante agire sulla leva della comunicazione e dell’informazione riguardo i sistemi pensionistici, soprattutto nei confronti dei giovani.

Un aspetto fondamentale da non trascurare è quello delle implicazioni riguardanti il mercato del lavoro. Secondo Stefano Sacchi commissario straordinario Isfol, intervenuto nel corso dei lavori “oltre a favorire la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro occorrono strategie d’invecchiamento attivo”. In particolare “nel breve periodo bisogna ripensare la gestione delle risorse umane adattando i processi organizzativi delle imprese alla quota crescente di lavoratori anziani”. Nel medio termine, invece, “dobbiamo immaginare politiche che sostengano la coesistenza di generazioni differenti all’interno delle aziende” ha fatto notare Sacchi. “Così come nelle famiglie coesistono diverse generazioni dove i giovani sono in numero ridotto rispetto ai più anziani anche nelle imprese e nelle organizzazioni dobbiamo probabilmente abituarci a ridisegnare i processi organizzativi e produttivi tenendo in considerazione questa sovrapposizione”. Certo, ha aggiunto il commissario dell’Isfol “nel beve periodo si possono fare staffette generazionali, mettendo in campo alcune policies, come il part-time per gli anziani o utilizzando forme di solidarietà espansiva, mentre dal lato delle imprese attuare qualche cambiamento adattivo per accomodare il fatto che ci sono più anziani”. Ma al di là di questo “quello che bisogna effettivamente realizzare è iniziare a ridisegnare i processi organizzativi delle imprese, sostenuti anche da politiche pubbliche per consentire questa sovrapposizione di generazioni”. Facendo riferimento all’esperienza Isfol il prof. Sacchi ha sottolineato quanto sia fondamentale che “le imprese anche sostenute da cornici regolative e da politiche pubbliche facciano investimenti sul capitale umano e nella formazione degli anziani” evitando così che rimangano chiusi in un recinto dal quale è difficilissimo uscire.

Per Giorgio Alleva, presidente Istat “siamo di fronte a una grande sfida per la sostenibilità finanziaria dei sistemi previdenziali e di welfare”. In questo contesto un tema da non trascurare è quello della “qualità della vita”. La “responsabilità che abbiamo come società è quella di garantire un buon livello di vita anziana” che si attua considerando insieme “politiche economiche, politica in senso stretto, cultura e sanità”. Sarà anche importante che le “politiche del lavoro immaginino una equità intergenerazionale ed una sostenibilità tra generazioni”, ha concluso Alleva.

 

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