I percorsi della dispersione formativa: dinamiche e fenomeni emergenti. L’esperienza della IeFP
08.06.2016 - Giovani provenienti da famiglie senza seri problemi socio economici e relazionali, ragazzi di origine straniera, situazioni specifiche quali i ragazzi adottati, italiani e stranieri. Sono queste le nuove tipologie a rischio di dispersione formativa?
Le indagini più recenti sembrano portare alla luce anche dimensioni meno note sul versante delle dinamiche dell’abbandono e delle tipologie di giovani a rischio.
Di questo e altro, si è parlato lo scorso 6 giugno al workshop “I percorsi della dispersione formativa: dinamiche e fenomeni emergenti”. L’evento, riservato ad un panel selezionato di esperti, ha visto la partecipazione di docenti, studiosi della materia e rappresentanti di Enti di formazione, che affrontano quotidianamente il problema della dispersione formativa.
Molti gli stimoli emersi dalla discussione, sollecitati da Emmanuele Crispolti, Responsabile del gruppo di ricerca sulla Formazione Iniziale della Struttura Sistemi e servizi formativi. Il fenomeno non investe soltanto la fascia dei 18-24enni, così come previsto dai benchmark fissati dall’Unione Europea (Europa 2020), che indicano come obiettivo un tasso di abbandono dei percorsi formativi entro il 10%, bensì coinvolge anche le fasce d’età in diritto-dovere.
Su questo fenomeno l’Isfol sta avviando una indagine per approfondire i fattori emergenti e le proposte di intervento, anche attraverso l’analisi di casi di successo regionali, Focus group con giovani “dispersi” ed operatori del settore, nonché studi sulle politiche di contrasto alla dispersione messe in campo a livello internazionale. Quindi, spostando lo sguardo alle esperienze degli altri Paesi europei, anche alla luce degli ultimi dati che vedono 19 Stati Membri contenere la dispersione formativa al di sotto del 10%, ci si è chiesti se esistano efficaci politiche o azioni anti-dispersione adottate in Europa che possano essere trasferibili nel contesto italiano.
Alla luce di questo scenario e delle importanti esperienze riportate dai rappresentanti degli enti di formazione, le tematiche affrontate nel workshop hanno riguardato una riflessione sui soggetti maggiormente a rischio di abbandono, sulle misure di contrasto al fenomeno e le azioni di recupero. In particolare, la discussione si è soffermata sui fattori che influenzano l’abbandono formativo da parte dei ragazzi e sulle leve maggiormente in grado di favorirne il reinserimento all’interno dei percorsi formativi e del tessuto sociale. Particolare attenzione ha rivestito, nel dibattito, il ruolo della famiglia e del contesto sociale, in una prospettiva di ri-orientamento e recupero del giovane.
E’ stata inoltre avviata una riflessione comune, in un’ottica di prevenzione al fenomeno della dispersione formativa, con riferimento a tematiche quali: l’orientamento preventivo, la flessibilità dei piani di studio, la facilitazione all’accesso alla scuola dell’infanzia.
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