Il Fse per l’innovazione
28.05.2014 - Innovazione, un tema centrale della prossima programmazione al quale la strategia Europa 2020 dedica uno dei cinque obbiettivi: “aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato insieme)”.
Parte da qui lo studio, curato da Silvia Ciampi e Cristina Lion, che analizza le strategie regionali a supporto dell’innovazione finanziate dal FSE e i cui risultati sono raccolti nel volume Il contributo del FSE 2007-2013 alla costruzione dei sistemi regionali di innovazione. Prospettive per la valutazione.
L’indagine è stata realizzata sulla base di un classificazione che, alla luce del Regional Innovation System (RIS), individua 6 ambiti di policy per l’innovazione: capitale umano di eccellenza, nuova conoscenza, capacità innovativa delle imprese, reti di cooperazione, creazione di nuove imprese innovative, innovazione sociale. Per ricostruire le strategie regionali sono stati analizzati i bandi e gli avvisi pubblici proposti dalle amministrazioni tra il 2008 e il 2012.
I soldi stanziati dalle Regioni ammontano a circa 904.313 milioni di euro per interventi rivolti all’innovazione, una cifra pari al 6,8% della dotazione complessiva dei POR 2007-2013. Di questo stanziamento circa la metà (49,1%) riguarda l’investimento in capitale umano di eccellenza, in primo luogo percorsi di alta formazione come master e dottorati di ricerca. Il secondo ambito di policy (20,9%) riguarda il rafforzamento della capacità innovativa delle imprese, attraverso l’inserimento in azienda di personale altamente qualificato e di figure specialistiche. L’ambito di policy che riguarda le reti di cooperazione tra università/centri di ricerca, imprese e istituzioni locali, che rappresenta un aspetto centrale del RIS, appare poco sviluppato (12,6% ).
In termini di tipologie di azione, l’analisi ha mostrato che il 65% della dotazione finanziaria complessiva ha riguardato interventi di alta formazione (3° livello post-laurea), mentre quote significative sono state messe a disposizione per il finanziamento del rafforzamento delle capacità di R&S delle imprese (circa il 21%) e per esperienze di ricerca e studio.
Come emerge dallo studio, il FSE è stato dunque impiegato in interventi di sostegno all’innovazione di tipo “tradizionale”, in primo luogo attraverso la formazione di capitale umano e la formazione in impresa e, in pochi, casi attraverso spin off derivanti dalla ricerca accademica. Meno intenso è stato l’investimento in aree di policy per l’innovazione considerate “emergenti”, ma che rappresentano l’architettura territoriale del RIS.
Il quadro che emerge richiama inoltre la necessità che in prospettiva si dia maggiore attenzione agli interventi in grado di rafforzare, in una logica di rete, le relazioni tra produttori e utilizzatori di conoscenza e alla valorizzazione delle competenze altamente qualificate all’interno delle imprese. Tale impostazione è ampiamente valorizzata nell’Accordo di partenariato per la programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020, attualmente in fase di negoziato, e dovrà trovare adeguato spazio nei Programmi operativi, sia a livello nazionale che regionale.
Per approfondire
Il contributo del FSE 2007-2013 alla costruzione dei sistemi regionali di innovazione. Prospettive per la valutazione, a cura di Silvia Ciampi e Cristina Lion