Indagine Eurostudent, al Miur la presentazione
Eurostudent, novembre 2015
05.11.2015 – Come ha inciso la crisi sull’Istruzione superiore in Italia e nel resto dell’Europa? Quali tendenze si registrano per quanto riguarda la mobilità internazionale? Quale impatto stanno avendo le riforme e quali valutazioni esprimono gli studenti? Alcune risposte a questi interrogativi sono contenuti nella Settima Indagine Eurostudent, la periodica indagine realizzata dalla Fondazione Rui, in collaborazione con l’Università per stranieri di Perugia e dell’Associazione servizi e ricerche Rui. L’indagine è stata presentata il 4 novembre al Miur, il ministero che l’ha promossa e cofinanziata.
La ricerca parte dall’analisi delle condizioni di vita e di studio degli studenti italiani iscritti nell’anno accademico 2011-2012 ai corsi di laurea delle università italiane statali e non statali e si colloca nell’ambito di un più ampio progetto che ha coinvolto, oltre all’Italia, 28 paesi europei e si è concluso con la pubblicazione del Rapporto Eurostudent V 2012-2015 Synopsis of indicators. L’Indagine è stata condotta attraverso interviste somministrate con metodologia Cati (computer-assisted telephone interviewing) a un campione rappresentativo di oltre 5 mila studenti. Essa consente fra l’altro di monitorare l’impatto delle nostre riforme, effettuando analisi diacroniche e favorendo l’integrazione del nostro sistema in un quadro più ampio.
Come ha spiegato Giovanni Finocchietti, Direttore Eurostudent Italia, nel corso della sua presentazione, dal rapporto emergono luci ed ombre. Fra gli aspetti positivi individuati va sottolineata certamente la diversificazione della composizione sociale della popolazione studentesca, superiore alla media dell’indagine comparata europea, segno che “l’Università italiana è molto più inclusiva degli altri Paesi europei” e che “in Italia il sistema di Istruzione superiore è più aperto”. Riscontri favorevoli emergono anche per quanto riguarda la crescita della valutazione positiva dell’esperienza di studio e della sostenibilità del carico di lavoro degli studenti, con una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, in parallelo ad un “accresciuto impegno di tempo dedicato agli studi e ad un miglior equilibrio che si registra fra ore per le lezioni e l’apprendimento individuale”. Buoni riscontri anche per quanto riguarda la mobilità internazionale, nella quale si evidenzia una crescita quantitativa, soprattutto nel secondo ciclo, e l’ampliamento delle opportunità offerte a livello nazionale ed europeo. In effetti emerge che la mobilità internazionale è tornata a crescere, soprattutto per gli studenti delle lauree magistrali, dopo la riduzione registrata in gran parte dello scorso decennio, nel primo periodo delle riforme della didattica e dell’offerta formativa. I Programmi europei contribuiscono in misura considerevole allo sviluppo della mobilità ma tuttavia le dimensioni complessive sono inferiori alla media dei principali paesi dell’Ue. Segno che vanno implementate le azioni che favoriscono della mobilità internazionale e rimuovono i principali ostacoli di questo processo.
Per approfondimenti