Istituti tecnici superiori: bilancio positivo di un percorso su cui puntare
Rapporto Cnos-Fap/Censis, febbraio 2015
05.02.2015 - Il 55% dei diplomati ha un’occupazione e l’82% è soddisfatto dell’esperienza: sono i numeri che emergono da una ricerca sui giovani che hanno concluso uno dei percorsi Its, gli Istituti tecnici superiori, nati nel 2010 per offrire un’alternativa valida all’istruzione universitaria. I dati sono parte delle evidenze positive emerse nel corso di una ricerca realizzata da Cnos-Fap con il Censis e presentata oggi nella sede dell’Istituto di ricerche economico-sociali.
La rilevazione è stata effettuata su un campione di 41 Fondazioni e 518 diplomati. L’indagine quanti-qualitativa aveva l'obiettivo di approfondire alcuni aspetti della tematica attraverso interviste ai referenti delle Fondazioni e agli stessi giovani formati professionalmente. Dal report emerge che gli ex studenti degli Its hanno per il 34,6% un diploma e un'età tra 21 e 22 anni e per il 76,1% sono maschi, segno che le vocazioni lavorative tecniche sono ancora poco diffuse tra le ragazze (tranne quelle legate alla moda, al turismo o ai servizi). I diplomati valutano che il corso ha risposto del tutto (24,4%) o abbastanza (68,9%) alle loro aspettative e più in particolare si dichiarano molto (28,4%) o abbastanza (54%) soddisfatti dell'esperienza compiuta. Al momento della rilevazione sono stati registrati il 54,8% di occupati con contratti a tempo determinato (32,6%) o di apprendistato (29,8%), per il 49% in un'azienda che deriva dalla rete di relazioni della Fondazione Its, spesso la stessa in cui è stato effettuato lo stage. Da ciò deriva un giudizio ampiamente positivo: i giovani si dichiarano molto (53,7%) o abbastanza (34,5%) soddisfatti del proprio lavoro. Un giudizio positivo che è condiviso anche dal versante delle Fondazioni che a partire dagli esiti favorevoli dei primi percorsi puntano ad un rafforzamento dei contatti con il tessuto imprenditoriale.
All’evento di presentazione è intervenuto anche Pietro Antonio Varesi, presidente dell’Isfol, che ha fatto un bilancio di questo percorso formativo professionalizzante, sul quale da tempo l’Istituto dedica la propria attenzione. Secondo Varesi è un ambito che riveste un’importanza fondamentale, finora ancora non sufficientemente riconosciuta. Fra i punti di forza ha sottolineato la “qualità dell’offerta formativa” mentre in merito alle criticità ha ricordato l’esiguità dei giovani coinvolti, poiché “gli Its non sono ancora un canale diffuso e che occorre quindi valorizzare”. In conclusione Varesi ha ribadito che occorrerà dedicare maggiore impegno alle fasi successive al termine del percorso formativo, per creare migliori sinergie con il mondo del lavoro.
Per approfondire:
Il sistema della formazione tecnica superiore