La povertà si combatte tutti insieme
Il Reddito d’inclusione sociale è la proposta contro la povertà nata dall’impegno dell’Alleanza contro la povertà. Fanno parte dell’Alleanza 35 organizzazioni in rappresentanza di realtà associative, comuni e regioni, enti del terzo settore e sindacati. Si tratta di uno sforzo corale messo in piedi per la prima volta in Italia ed avviato nel 2013.
La proposta. Il Reddito d’inclusione sociale (Reis) consiste in una misura nazionale rivolta a tutte le famiglie che si trovano a vivere in una condizione di povertà assoluta. Il Reis viene presentato in modo articolato ed approfondito nella pubblicazione: “Il reddito d’inclusione sociale (Reis). La proposta dell’Alleanza contro la povertà in Italia”, edizioni Il Mulino, Bologna, 2016.
Dentro il volume. Il testo spiega in modo sistematico la questione, partendo dalla definizione di povertà, dalla presentazione dei criteri di come ricevere il Reis, per arrivare all’illustrazione del ruolo della rete dei servizi alla persona, degli strumenti per la gestione, delle risorse economiche, fino alla definizione del Piano nazionale per la sua applicazione.
Isfol. Uno dei degli autori del volume è il prof. Stefano Sacchi, da qualche mese alla guida dell’Isfol. Sulla base di quanto esposto nel testo, prende le mosse il seminario dal titolo: “Lotta alla povertà: una svolta per l’Italia?”, che si svolge a Roma martedi 20 settembre presso la sede dell’Isfol.
Come funziona. Il Reis, come spiegato nel volume, “garantisce a chiunque sia caduto in povertà assoluta un insieme di risorse adeguate a raggiungere una condizione materiale decente e – dove necessario – a progettare percorsi d’inserimento sociale o lavorativo”. Il Reis si rivolge a tutti coloro i quali si trovano in povertà assoluta, valutata sulla base delle condizioni economiche del relativo nucleo familiare. Possono richiederlo cittadini italiani o stranieri, comunitari o non comunitari. In caso di nuclei familiari, è sufficiente che uno solo dei coniugi soddisfi i requisiti richiesti. “Il principio guida è l’universalismo: una misura per tutti i poveri” spiegano gli autori. “Ogni nucleo riceve mensilmente la somma necessaria a colmare la differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile”. La soglia è pari a 400 euro al mese per i nuclei composti da una sola persona, abitanti in case di proprietà, e viene elevata – secondo una scala di equivalenza – all’aumentare dei componenti. La soglia è pure innalzata nel caso di nuclei che vivono in affitto, in percentuale al canone di locazione pagato. Per le persone beneficiarie del Reis vengono intrapresi percorsi di inclusione attiva nel mercato del lavoro. Queste, oltre che attivarsi direttamente nella ricerca di un impiego, devono dare disponibilità a frequentare attività di formazione o riqualificazione professionale e ad iniziare ogni occupazione congrua offerta dai centri per l’impiego. A livello locale il Reis è gestito in modo condiviso dai comuni, terzo settore, centri per l’impiego e degli altri soggetti impegnati nella lotta alla povertà.