L'Isfol al convegno di Matera
30.03.2015 – Si è tenuta il 26 e 27 marzo presso la Mediateca Provinciale di Matera la due giorni di dibattito sul tema de “I Fondi Europei diretti ed indiretti per l’impresa e l’innovazione sociale” promossa da Consorzio CGM, Reti Meridiane e dalle articolazioni di Federsolidarietà di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che ha visto la partecipazione di circa 150 persone.
Il convegno si proponeva di approfondire le opportunità di sviluppo fornite dai finanziamenti e dalla strategia comunitaria per il periodo 2014/2020 rivolgendosi principalmente alle imprese sociali del Mezzogiorno e, più in particolare, a quelle fra loro più specificatamente interessate alle tematiche dell’innovazione sociale. Quattro le sessioni di discussione articolate sulle due giornate che hanno visto il susseguirsi di numerosi relatori. Per l’Isfol è intervenuto Antonello Scialdone, ricercatore esperto nelle tematiche dell’inclusione e coordinatore del progetto “Promozione civile ed innovazione sociale”. La sua relazione sulle Dinamiche evolutive dell’economia sociale nel Mezzogiorno si è inserita all’interno della prima sessione dedicata al tema dell’imprenditorialità e dell’innovazione sociale. Scialdone ha aperto con una disamina del rapporto tra economia sociale e Mezzogiorno d’Italia che affonda le sue radici già nella metà del XVIII e ha proseguito fornendo un quadro d’insieme del non profit meridionale. Secondo i dati dell’ultimo censimento Istat a Sud è localizzato poco più di un quarto del non profit italiano: circa 80mila organizzazioni su 300mila (26,4%), di cui la metà collocate in Puglia e Sicilia, con indici di densità organizzativa che variano dalla situazione della Campania che presenta un valore inferiore alla metà della media nazionale corrispondente (25,1 vs 50,7), alla Basilicata (56) che supera il dato italiano e si attesta vicino agli indici di Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. In merito alla consistenza e qualità della cooperazione sociale Scialdone, facendo riferimento ai risultati di diverse rilevazioni scientifiche (analiticamente comparate in un saggio apparso di recente sulla ‘Rivista Giuridica del Mezzogiorno’), ha ricostruito un quadro secondo cui a Sud sono evidenti maggiori problemi in termini di efficienza economica e di capitalizzazione, anche se si confermano capacità di tenuta e funzione anticiclica negli anni della crisi. In questo aggregato territoriale, come tratto caratterizzante della mission imprenditoriale viene con maggiore frequenza indicata la qualità del lavoro offerto, mentre paiono poco rilevanti i temi della trasparenza e della competitività. Altra peculiarità della situazione meridionale, ha spiegato Scialdone, è data dalla scarsa rilevanza delle comunità di riferimento, confermata dal fatto che le organizzazioni di queste aree mostrano tassi di gran lunga più evanescenti per quanto concerne il coinvolgimento di stakeholders esterni nelle pratiche di rendicontazione sociale. Nella parte conclusiva della relazione sono stati messi in luce alcuni aspetti critici che meriterebbero di essere affrontati dalle cooperative sociali con maggior attenzione. Uno di questi, secondo Scialdone, è rappresentato dall’atteggiamento improntato spesso all’autolegittimazione che porta i soggetti del non profit a scambiare la fiducia di cui godono con un minor impegno a dar conto dell’esito dei propri interventi. Al contrario si ritiene necessario che anche le organizzazioni sociali debbano cimentarsi in modi più efficienti con la cultura della valutazione perché, come ha ricordato Scialdone, “rimane spesso oscura la definizione di efficacia dell’attività realizzata da queste imprese, mentre nella riforma del terzo settore la recentissima formulazione del testo della delega attribuisce grande rilievo alla valutazione di impatto sociale e alla trasparenza”.
Articolo Scialdone sulla ‘Rivista Giuridica del Mezzogiorno’