Presentazione al Cnel

Mercato del lavoro: dinamiche, tendenze e scenari dell’ultimo anno

Rapporto mercato del lavoro, Cnel 2014

Rapporto mercato del lavoro, Cnel 2014

30.09.2014 – Presentata al Cnel la nuova edizione del Rapporto sul mercato del lavoro, consueto  appuntamento fra studiosi, parti sociali e rappresentanti istituzionali per discutere, a partire dai dati acquisiti, su quanto è stato fatto e su quanto bisognerebbe ancora fare in questo ambito. Il volume è  suddiviso in due sezioni realizzate da un gruppo di lavoro composto da Ref Ricerche e dall’Isfol, sulla base delle indicazioni della Commissione speciale dell’Informazione del Cnel (III).

In apertura dei lavori Antonio Marzano, presidente del Cnel,  ha sottolineato che il rapporto inquadra le dinamiche del lavoro 2013-14 nel contesto macroeconomico internazionale e registra purtroppo un generale aumento delle divergenze in ambito europeo, con tendenze marcatamente negative negli investimenti e nei comportamenti di consumo in Italia dove lo scenario è caratterizzato da “bassa produttività e  da stagnazione salariale, da forti disuguaglianze a livello di territorio, di settore, di genere, di nazionalità”. Nella sua presentazione Tiziano Treu, presidente della III Commissione, si è soffermato sui dati che mostrano, in termini quantitativi, le dimensioni degli squilibri presenti, in particolare, nel nostro Paese. Elementi di criticità che richiederebbero risposte coordinate dell’Unione Europea mentre invece “si stanno riscontrando crescenti divergenze economiche e sociali fra le varie aree dell’Unione, contrastate se non aggravate dal persistere di politiche economiche squilibrate sul versante del rigore finanziario rispetto all’urgenza di rilanciare prospettive di crescita e di sviluppo”. Accanto a queste valutazioni sono state delineate le possibili aree di intervento nelle quali è più evidente il ritardo rispetto ai benchmark europei. Sei ambiti prioritari sui quali occorre intervenire con misure di policy, in riferimento a politiche di sviluppo, formazione, costo del lavoro, politiche attive e passive del lavoro, pensionamento graduale e active ageing, semplificazione delle regole e dei contratti.

Nella redazione del rapporto il gruppo di lavoro Isfol ha analizzato le policy di recente adottate dall’Italia soprattutto alla luce delle indicazioni ricavabili dal processo di coordinamento delle politiche economiche a livello europeo.

Una delle più rilevanti indicazioni da qui ricavabili concerne la modernizzazione dei servizi pubblici per l’impiego. Poiché non si tratta di una segnalazione recente, ma consolidata nel tempo, l’Isfol ha svolto una comparazione a livello europeo per verificare lo stato dei diversi sistemi nazionali dei servizi per l’impiego. L’analisi dei dati suggerisce che l’Italia soffre in misura maggiore rispetto ad altri paesi per la prevalenza dei canali informali nella ricerca di lavoro.

Sempre a livello comunitario si è richiamata la necessità di valutare gli effetti delle riforme del mercato del lavoro, anche al fine di intraprendere eventuali interventi correttivi. A tale scopo, l’Isfol a svolto una approfondita analisi delle comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro, le quali consentono di verificare gli effetti della Riforma Fornero e delle modifiche successive.

Infine, sempre in sede comunitaria è stato sottolineato come la scarsa accumulazione di capitale umano rappresenti un fattore di forte ostacolo alla crescita della competitività. I dati analizzati dall’Isfol mostrano che in Italia l’utilizzo del capitale umano ha subito nell’ultimo decennio un rallentamento vistoso: il livello medio di istruzione della popolazione in età lavorativa è ancora inferiore rispetto alle principali economie occidentali, il rendimento dell’investimento in istruzione si è progressivamente ridotto, le imprese hanno una bassa propensione a formare il proprio personale e a remunerare adeguatamente i lavoratori con elevati livelli di istruzione ed esistono forti criticità anche a livello degli imprenditori. In effetti emerge che in Italia la quota di imprese con a capo un imprenditore in possesso di istruzione terziaria è in media il 29% del totale. Le indagini Isfol confermano che il basso livello di capitale umano degli imprenditori è associato generalmente ad una struttura proprietaria dominata dal controllo familiare e a una ridotta dimensione aziendale, mentre la presenza di imprenditori con un elevato titolo di studio è correlata positivamente con la domanda di lavoro qualificato, con politiche del personale che valorizzano il capitale umano e di conseguenza con la performance produttiva.

Per approfondimenti:

Rapporto sul mercato del lavoro 2013-2014

Rapporto sul mercato del lavoro 2013-2014 (testo, sintesi, presentazione)

 


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