8 marzo. Punto e a capo
Donna che lavora
08.03.2011 - “Apparentemente al riparo”. Questa è la considerazione sul legame tra donne e crisi economico-occupazionale che emerge dal Rapporto Mercato del lavoro e politiche di genere 2009-2010 elaborato dall’area Ricerche sui sistemi del lavoro.
A guardare semplicemente i numeri le donne sono sembrate al riparo dal primo biennio di crisi. Si tratta tuttavia, di apparenza. Quantitativamente l’occupazione maschile è stata infatti quella più colpita, sia perché numericamente più consistente, sia perché concentrata in settori produttivi ampiamente esposti alla congiuntura. Qualitativamente, però, la crisi ha rafforzato le criticità strutturali dell’occupazione femminile:
- differenziali percentuali di genere in tutti gli indicatori del mercato del lavoro (tassi di attività, tassi di occupazione, tassi di disoccupazione, inattività);
- segregazione di genere nel mercato del lavoro, per settori e professioni;
- maggiore incidenza del genere femminile nello scivolamento dall’occupazione all’inattività;
- prevalenza femminile nei lavori non standard;
- correlazione tra occupazione e presenza di figli, con andamenti diversi per uomini e donne;
- discontinuità occupazionale femminile legata all’evento maternità;
- forti squilibri tra uomini e donne nella gestione dei tempi di lavoro e di cura).
In questo scenario, il Rapporto cerca di far luce su cosa sia accaduto al mercato del lavoro femminile nel 2009 -2010, cosa sia imputabile all’avvento della crisi, cosa rappresenti la cronicizzazione di problematiche strutturali e quali siano le strategie messe in atto dai decisori politici.
L’ottica adottata è quella di esaminare le caratteristiche e le politiche di un mercato in cui agiscono tutte le componenti femminili della popolazione, analizzate rispetto alla variabile anagrafica (per classe di età), alla condizione occupazionale e alla cittadinanza (straniere e residenti).
Il risultato è una mappa a tinte fosche, che richiede un’attenta riflessione circa le strategie di possibile ripresa.
In questa direzione, il Rapporto presenta un confronto con esperti del settore in tema di economia, lavoro e tematiche di genere su alcuni punti specifici:
- le conseguenze più rilevanti della crisi registrate sulla popolazione femminile;
- gli ambiti su cui è possibile intervenire nel breve e lungo periodo in termini di policy;
- indicazioni e valutazioni circa: l'adozione di un sistema di tassazione orientato a favorire l'occupabilità delle donne; un sistema di sostegno alle transizioni nel mercato del lavoro e di contrasto alla discontinuità occupazionale femminile finanziariamente sostenibile; il ridisegno di un welfare a sostegno dei carichi di cura anche esso finanziariamente sostenibile e lo stimolo alla domanda di lavoro.
In una seconda parte del Rapporto, disponibile a breve, si definisce lo scenario di andamenti e di politiche adottate a livello regionale, per promuovere l’occupazione e l’occupabilità femminile. Il carattere “schizofrenico” della crisi in corso, eterogeneo ed imprevedibile nel suo evolversi, ha infatti evidenziato il ruolo del territorio regionale come vero universo di indagine, dotato di una propria struttura economica ed occupazionale e, date le competenze specifiche in materia di lavoro, naturale perimetro istituzionale entro cui leggere le scelte politiche e le relative attuazioni.