Presentata la quinta relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 68/99

Norme per il diritto al lavoro dei disabili

Diritto al lavoro delle persone diversamente abili

Diritto al lavoro delle persone diversamente abili

03.02.2011 - Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con l’area Ricerche sui sistemi del lavoro dell’Isfol ha presentato al Parlamento la quinta relazione sullo stato di attuazione della legge 68/99 che regola le norme per il diritto al lavoro dei disabili. Il documento, a cadenza biennale, restituisce le informazioni che le regioni inviano periodicamente in merito al collocamento obbligatorio e mirato delle persone disabili.

Il primo dato significativo riguarda le iscrizioni alle liste speciali tenute dagli uffici provinciali competenti. Nel biennio 2008-2009 si registra una diminuzione del volume delle iscrizioni nell’ordine di oltre 15.000 unità. Nello specifico, mentre nel 2008 si contavano 721.827 disabili, l’anno successivo 706.568, con una contrazione che sembra essere determinata più che dall’effetto scoraggiamento, dall’adeguamento delle liste all’effettiva volontà di cercare lavoro, in quanto la modifica della L.118/71 consente ai percettori di assegni di invalidità di autocertificare la propria condizione. La distribuzione nelle liste vede permanere una spiccata prevalenza di iscritti al Sud e nelle Isole, con valori che si attestano intorno al 60% del totale.

Mentre sul versante delle iscrizioni agli elenchi speciali i valori permangono ancora piuttosto alti, al contrario la relazione registra un calo del numero dei disabili avviati al lavoro che passa dai 31.535 del 2007 ai 20.830 del 2009, un terzo in meno negli ultimi 3 anni. La flessione occupazionale sembra essere il prodotto della crisi economica che ha colpito il Paese già a partire dall’autunno del 2008 e che continua a produrre i suoi effetti anche su un settore protetto come quello dei disabili.

A questo proposito un capitolo del documento è dedicato proprio alle quote di riserva che la legge prevede per l’assunzione dei soggetti con disabilità. I dati parlano di un bacino potenziale di posti molto ampio - circa 80.000 tra pubblico e privato nel 2009 – che non trovano un adeguato riscontro in termini di assunzioni. Il rapporto tra posti disponibili e avviamenti al lavoro è di uno a quattro, un risultato sicuramente inferiore alle aspettative ma che può trovare spiegazione nella mancanza di incontro tra domanda e offerta sul territorio. In altri termini la quota maggiore di disabili iscritti al collocamento mirato si trova in quelle zone del Paese in cui è inferiore la disponibilità da parte delle aziende ad assumere.

Rimanendo in tema di avviamento al lavoro, il documento offre dei dati interessanti anche sulle tipologie di istituti utilizzati. Nel 2008-2009 si conferma la tendenza, già emersa negli anni precedenti, ad un maggior utilizzo delle convenzioni rispetto alla modalità della richiesta nominativa. Sul totale degli avviamenti registrarti nel 2009, il 49% avviene per mezzo di convenzione, mentre il 41,9% per richiesta nominativa.
Altro indicatore significativo dell’efficacia degli inserimenti lavorativi in azienda è individuabile nella quota complessiva di posizioni contrattuali registrate dai servizi competenti. Nel biennio 2008-2009 tale quota è diminuita del 22,6% mentre per ciò che riguarda le tipologie di assunzione  aumentano i contratti a tempo determinato che prevalgono rispetto a quelli a tempo indeterminato.

Un approfondimento a parte è stato dedicato all’analisi dei lavoratori stranieri con disabilità. Nel complesso gli stranieri residenti in Italia nel 2009 sono risultati il 6,5% del totale, con una distribuzione territoriale di questo tipo: oltre il 60% al Nord, il 25,1% al Centro e il restante 12,8% al Sud. In questo contesto, gli iscritti alle liste di disabilità sono stimati in circa 8.700, di cui oltre 3.500 donne. Nel biennio 2008-2009 si assiste ad una generale contrazione degli avviamenti al lavoro che passano dagli oltre 700 del 2008, di cui il 30% di donne, a circa 200 unità in meno nel 2009, con percentuale di donne in leggera crescita comparativa.

La quinta relazione, infine, propone una lettura dei dati per genere dalla quale si evince per il 2009 una diminuzione delle iscrizioni femminili agli uffici provinciali competenti sull’intero territorio nazionale ad eccezione del Centro. Al contrario, aumenta notevolmente il numero delle donne disabili avviate al lavoro, tanto da rappresentare un terzo circa di ogni tipologia di avviamento, che sia tramite convenzione o richiesta nominativa. In declino tra le due annualità la quota delle risoluzioni di contratti, fenomeno che si verifica con un’incidenza maggiore per le tipologie di contratti non standard.
Il quadro delineato dall’indagine può essere riassunto complessivamente nella descrizione di un sistema sostanzialmente efficiente che favorisce il collocamento al lavoro dei disabili grazie ad un impianto normativo e ad una rete di servizi adeguati ed efficaci. Detto questo, resta ancora molto da fare e proprio in quest’ottica è stato istituito l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che ha il compito di promuovere iniziative e pianificare interventi.

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