Il quadro della formazione continua in Italia nel contesto della crisi

On line il rapporto 2010 sulla formazione continua

Rapporto formazione continua 2010

Rapporto formazione continua 2010

04.03.2011 - La formazione continua come misura di contrasto alla crisi. Questo uno degli aspetti più significativi che emerge dal “Rapporto 2010 sulla Formazione continua”, realizzato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, con l’assistenza tecnico-scientifica dell’Isfol, e disponibile sul sito del Ministero.
Nell’ultimo biennio la crisi economica ha giocato un ruolo determinante nella definizione delle strategie e delle azioni promosse a livello nazionale e locale, orientando la maggior parte dei provvedimenti riguardanti a vario titolo la formazione continua.
Con l’accordo Stato-Regioni del febbraio 2009, ad esempio, si è creato un collegamento più stretto tra politiche passive e politiche attive e il concorso per il finanziamento di entrambe da parte dello Stato centrale e delle Regioni. Come noto, parte delle risorse dei Programmi Operativi Regionali finanziati dal Fondo Sociale Europeo è stata destinata al rafforzamento dei trattamenti di Cassa Integrazione e di Mobilità in deroga erogati dall’Inps con le risorse nazionali, a fronte della partecipazione dei lavoratori a interventi di politica attiva. Le prime stime, aggiornate alla metà del 2010, indicano una quota di circa 250 mila persone che hanno usufruito di diversi interventi tra i quali la formazione ha avuto un ruolo decisivo.
I Fondi Interprofessionali hanno invece privilegiato soprattutto i territori e settori in situazione critica, stanziando nel biennio 2009 – 2010, circa 135 milioni di euro espressamente dedicati alle aziende colpite dalla crisi. Destinatari principali i lavoratori temporaneamente sospesi, i collaboratori a progetto, gli apprendisti.
In generale ,tra gennaio 2009 e giugno 2010 i Fondi Paritetici Interprofessionali hanno approvato oltre 9.800 piani formativi destinati a circa 1 milione 288 mila partecipanti appartenenti a più di 32.500 imprese. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro le tematiche più seguite dai lavoratori (40% circa).
Tuttavia, l’andamento degli investimenti in formazione da parte delle imprese ha subito un relativo calo. Tale contrazione, come sottolineano i dati Istat-Forze Lavoro 2009, ha influito sulla partecipazione degli adulti alle attività formative. Considerando solo i corsi di formazione, si registra un decremento rispetto al 2008 del 13%, pari a circa 173 mila unità.
A livello territoriale, i tassi di partecipazione degli occupati e di coloro che sono in cerca di occupazione sono complessivamente più bassi nel Mezzogiorno rispetto al Nord, e in particolare al Nord Est. Tra le motivazioni del divario, la minore disponibilità di reddito delle famiglie e degli individui e una offerta formativa meno strutturata e pervasiva sul territorio. Inoltre, sulla bassa partecipazione delle imprese più piccole al Sud, influiscono alcune circostanze di tipo strutturale che limitano di fatto le scelte strategiche e la rapidità di risposta alle situazioni contingenti.

L’indagine Isfol-INDACO del 2009 evidenzia come la metà delle imprese con più di 250 addetti ha utilizzato la leva formativa in funzione di contrasto alla crisi, livello che decresce tra le imprese medie e soprattutto micro. Ancora scarsa, invece, l’attenzione delle imprese italiane verso la rilevazione dei propri fabbisogni formativi (20,7%) e delle specifiche esigenze dei lavoratori (18,7%).
Annualmente sono disponibili complessivamente almeno 600 milioni di euro per il supporto alla formazione continua, di cui 450 relativi ai Fondi Paritetici Interprofessionali e i rimanenti gestiti dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano a valere su fondi nazionali. In alcuni contesti territoriali sia tali risorse che soprattutto quelle FSE, sono in misura crescente rese disponibili per rendere operativa l’integrazione soprattutto con i Fondi Paritetici Interprofessionali e raggiungere in modo sinergico e coordinato più target che operano all’interno delle stesse imprese.    

 

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