1° convegno internazionale sull'intelligenza emotiva

Promuovere competenze e sviluppo nelle persone e nelle organizzazioni

Isfol formazione

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"Nuove opportunità in un mondo che cambia: evidenze scientifiche e nuovi interventi per i giovani, le organizzazioni e il lavoro” è il titolo del primo Convegno Internazionale sull'Intelligenza Emotiva che si è svolto a il 17 giugno. Al dibattito hanno preso parte esperti del settore, rappresentati da ricercatori, orientatori, formatori, coach, insegnanti e counselor.

18.06.2011 - “Arrivare a condividere una visione olistica e umanistica dei processi di apprendimento, valorizzando lo sviluppo e il riconoscimento delle competenze e delle performance, fino a creare spazio vitale nelle relazioni interpersonali e nei contesti organizzativi”. Questa è l'esigenza emersa con forza dal dibattito tra esperti del settore, rappresentati da ricercatori, orientatori, formatori, coach, insegnanti e counselor, in occasione del primo Convegno Internazionale sull’Intelligenza Emotiva dal titolo: "Nuove opportunità in un mondo che cambia: evidenze scientifiche e nuovi interventi per i giovani, le organizzazioni e il lavoro”, svoltosi a Firenze il 17 giugno.

“La prevenzione primaria e le risorse emotive, oltreché cognitive, della persona e dei gruppi sociali, permettono di realizzare cambiamenti efficaci e positivi nell’ambiente sociale e culturale, promuovendo giustizia sociale, sostegno e rafforzamento delle azioni per l’inclusione sociale”, ha detto la Prof.ssa Kenny, docente al Boston College. Su “empatia e supporto emotivo organizzativo quali ingredienti essenziali per un positivo clima sociale nei luoghi di lavoro e di vita delle persone” si è soffermato il Prof. Bernaud, insegnante di psicologia del Lavoro all'Università di Rouen. “Riguardo all'intelligenza emotiva, non c'è niente di nuovo, non c'è niente di più concreto, è una risorsa antica come il mondo”, ha sottolineato il Prof. Bar On dell’Università Medical Branch del Texas, il quale ha aggiunto che “risulta spesso una risorsa trascurata, inutilizzata, poco valorizzata, quando invece è concretamente utile, misurabile ed efficace per la promozione del benessere, la valutazione della performance e l’identificazione dei talenti”. Per Anna Grimaldi, Responsabile dell’area Politiche per l’Orientamento dell'Isfol “c'è la necessità di trasferire e implementare i contenuti teorico-scientifici in azioni di sistema per il riconoscimento di percorsi e professionalità impegnate tutti i giorni sul campo”.

A conclusione dei lavori i relatori hanno lanciato una serie di obiettivi da perseguire per il prossimo futuro: promuovere nelle organizzazioni la crescita di leader, incentivare l’inserimento di percorsi di apprendimento fondati sull’intelligenza emotiva a scuola e nelle università, rilanciare il capitale umano per favorire esperienze imprenditoriali di successo, diffondere ed applicare l’intelligenza emotiva come strumento privilegiato nella valutazione e nella formazione del personale delle forze armate.

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