Al Sud deserto industriale
26.09.2012 - I numeri del rapporto Svimez 2012, presentato ieri a Roma, parlano chiaro: la situazione economico-sociale del Sud è grave. In cinque anni, dal 2007 al 2012, il Pil è crollato del 10%, i consumi sono fermi da 4 anni, tra il 2008 e il 2011 si sono perse 266 mila unità di lavoro, quasi il 60% di perdite del totale nazionale in un’area in cui sono presenti meno del 30% degli occupati italiani.
Ma lo spettro che più spaventa, come ha ricordato Riccardo Padoani, Direttore Svimez, è il rischio di desertificazione industriale. . “È proprio l’industria l’architrave del sistema economico meridionale che rischia di cedere, facendo crollare l’intera economia. E purtroppo le cronache di questi mesi dell’ILVA di Taranto, così come quelle nei mesi scorsi di Termini Imerese e dell’IRISBUS fino alla complessa vicenda FIAT, sembrano confermare i rischi di una fuoriuscita da comparti strategici, che presentano una concentrazione degli stabilimenti nel Sud”. Negli ultimi quattro anni, dal 2007 al 2011, l’industria al Sud ha perso 147mila unità (-15,5%), il triplo del Centro-Nord (-5,5%). Giù anche gli investimenti fissi lordi, -4,9% nel 2011, e -1,3% del resto del Paese.
Il rapporto pone inoltre l’accento sulla situazione occupazionale del Mezzogiorno, con particolare allarme per giovani e donne. I dati Svimez fanno eco in questo senso a quelli già diffusi da Isfol. In sintesi lavora ufficialmente meno di una giovane donna su quattro ed esiste un concreto rischio segregazione occupazionale con 329 mila under 34 che hanno perso il lavoro negli ultimi tre anni (dal 2008 al 2011). Ad aggravare la situazione l’ampliarsi di quella zona grigia del mercato del lavoro per effetto in particolare dei disoccupati impliciti, coloro che non hanno effettuato azioni di ricerca nei sei mesi precedenti l'indagine. Il tasso di disoccupazione 'reale' al Sud sale così al 25%.
Ciò che manca, secondo le parole del Presidente della Svimez, Adriano Giannola, è un disegno globale che sappia indirizzare verso un percorso di crescita.
Il Ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, individua dietro questa situazione un deficit di cittadinanza che riguarda i servizi fondamentali, a partire dalla giustizia. Un deficit di cittadinanza, ha spiegato Barca, ''che si colma migliorando la qualità dei servizi anche attraverso una domanda più forte da parte dei cittadini”.
Come è emerso in più di un intervento nel corso della presentazione del Rapporto 2012, è importante che lo Svimez insista a presentare i problemi del Mezzogiorno in chiave unitaria, ponendoli come criticità acute del Paese intero anche per aprire una prospettiva di fiducia, più che mai necessaria oggi.