Identikit dei giovani a rischio
04.12.2012 - Tracciare un identikit che evidenzi le caratteristiche dei giovani a rischio dispersione. E' stato questo l'obiettivo dell'analisi realizzata dall'Isfol che, attraverso un elevato numero di interviste, come mai era stato possibile in passato, è riuscita ad intercettare un target, per sua natura, particolarmente sfuggente.
Il quadro che emerge è quello di un giovane che vive situazioni di difficoltà economiche e familiari. Tuttavia emergono anche dimensioni meno note delle dinamiche dell’abbandono e delle tipologie dei giovani dispersi, dimensioni che sembrano completare il quadro fenomenologico con delle tinte nuove rispetto a quanto fino ad ora conosciuto. L’indagine, conclusa da poco, ha permesso di intervistare oltre 1.500 ragazzi usciti dalla scuola secondaria di primo grado, suddivisi in giovani diplomati, qualificati o comunque inseriti nei percorsi formativi e giovani fuoriusciti prematuramente dai percorsi. Oltre 500 delle interviste realizzate hanno coinvolto giovani dispersi. Alla base però persiste un quadro quantitativo ancora preoccupante. Nell’anno 2010-11 il numero di 14-17enni non inseriti in percorsi di apprendimento è stato pari a 113.799 unità (ovvero il 5% della popolazione in diritto-dovere), cifra in leggera diminuzione rispetto all’annualità precedente e sostanzialmente uguale all’anno formativo 2008-09. La quota più rilevante di giovani dispersi grava sulle circoscrizioni meridionali che evidenziano dati assai più negativi della media nazionale. Tutto questo tenendo conto che l’Italia si trova ancora lontana dal benchmark che fissa al 10% il tasso di abbandono dei percorsi formativi per i 18-24enni, così come previsto dalla strategia di “Europa 2020”.
Per saperne di più “Le dinamiche della dispersione formativa: dall’analisi dei percorsi di rischio alla riattivazione delle reti di supporto”, Roma, Isfol, 2012 – IsfolOccasionalPaper, 5.