Seminario Isfol

Lavoro a termine e produttività

Foto di Laura Piatti durante un convegno Isfol

Foto di Laura Piatti durante un convegno Isfol

15.03.2012 - Promuovere una lettura innovativa dei fenomeni del lavoro e del capitale umano. Questo l’obiettivo del seminario “Lavoro a termine e produttività: evidenze empiriche e politiche del lavoro”, organizzato oggi dall’Isfol e dall‘ex Dipartimento di Scienze economiche dell‘Università di Roma La Sapienza.

Un incontro tra accademia e politica, tra numeri e linee di intervento, in un terreno dove si muovono insieme il rigore della ricerca e il pragmatismo sintetico dell’amministrazione pubblica. Tra i partecipanti, infatti, oltre ai rappresentanti dell’Istituto, il Capo segreteria tecnica del Ministro Elsa Fornero, Laura Piatti, Carlo dell’Aringa dell’Università Cattolica di Milano, Paolo Piacentini dell’Università La Sapienza di Roma ed esponenti di Banca d’Italia, Istat, Luiss e delle Università di Torino e di Cassino.

Al centro del dibattito l’impatto dell’uso di forme di flessibilità contrattuali in termini di crescita di capitale umano, profitto per le imprese e livello di competitività dell’intero sistema economico.

Il seminario si pone  in continuità con gli studi sul rendimento del capitale umano recentemente elaborati e diffusi dall’Isfol.  Tra le evidenze emerse e discusse, quella che pone in relazione inversa l’utilizzo di forme contrattuali a termine e la produttività dell’impresa. Un risultato che emerge dalla lettura integrata tra l’analisi sull’offerta di lavoro e la dinamica della domanda, osservando congiuntamente i dati sui lavoratori e quelli sulle imprese. L’utilizzo di forme contrattuali flessibili al fine di abbattere il costo del lavoro è prevalente nelle aziende che presentano un basso livello di specializzazione e con figure professionali poco qualificate. Tali aziende, in sintesi, preferiscono un rendimento immediato piuttosto che guardare a rendimenti a medio lungo termine ottenuti tramite investimenti in innovazione e capitale umano. Viceversa nelle imprese innovative e con figure altamente qualificate la flessibilità ha prevalentemente una funzione di screening dei lavoratori e qualificazione del capitale umano.

Un occasione di dibattito tecnico che, “per le tematiche che si trova ad affrontare - ha sottolineato il Direttore Generale dell’Isfol Aviana Bulgarelli - giunge in un momento di riflessione decisivo sulla riforma del mercato del lavoro”. Il Direttore, inoltre, ha sottolineato come si confermi la valenza del contratto di apprendistato quale strumento privilegiato di ingresso nel mercato del lavoro.

Il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, intervenendo in apertura dei lavori, ha ribadito l’esistenza di una “flessibilità buona e una flessibilità cattiva” dove la prima è quella che evita di trasformarsi in precarietà. Laura Piatti ha poi confermato la necessità di far pagare di più la flessibilità in ingresso e di incoraggiare processi di stabilizzazione mediante un sistema di incentivi e disincentivi economici.

 

Per saperne di più

Istruzione formazione e mercato del lavoro: i rendimenti del capitale umano in Italia

 

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