Rapporto di monitoraggio sui percorsi triennali

IFP: cresce la partecipazione, diminuiscono le risorse

cuochi_che_lavorano

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13.04.2012 - La formazione professionale cresce e si evolve mentre si contraggono i fondi che la supportano. Si assiste alla progressiva crescita del numero degli allievi iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale (IFP), passati da 152 mila del 2008/2009 ai 165 mila del 2009/2010 per arrivare ai 179 mila del 2010/2011, pari al 7,9% del totale della popolazione tra 14 e 17 anni.

Contestualmente si osserva una contrazione del volume di finanziamenti nazionali, passato dai 202 milioni di Euro stanziati dal Ministero del Lavoro fino al 2008, agli attuali 189 milioni di euro per l’annualità 2011. “La distanza tra la crescita della partecipazione e la riduzione delle risorse finanziarie nazionali dedicate ai percorsi triennali - come spiega Emmanuele Crispolti, ricercatore Isfol -  comporta il rischio che i ragazzi in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado che vogliano continuare gli studi nei percorsi triennali non abbiano, di fatto, questa possibilità.” 

Il Rapporto di monitoraggio su “I percorsi di istruzione e formazione professionale”  realizzato dall’Isfol per conto del Ministero del Lavoro analizza la realtà di un percorso formativo professionalizzante recentemente entrato a far parte dell’offerta ordinamentale del secondo ciclo. Percorsi che puntano in particolare sulle qualifiche triennali, con possibilità, in alcune Regioni, di conseguire il diploma professionale dopo un ulteriore anno di formazione, per favorire le prospettive occupazionali dei giovani attraverso un veloce inserimento nel mercato del lavoro.

Una scelta alternativa per chi vuole una preparazione specialistica. Nell’anno 2010/11, il numero dei 14-17enni iscritti al primo anno nei percorsi di IFP (circa 81 mila) è infatti oltre la metà degli iscritti agli Istituti Professionali di Stato nella stessa fascia d’età (circa 141 mila). Da notare che quella che in passato era considerata una soluzione di ripiego per quei ragazzi che rischiavano di uscire dal percorso scolastico è oggi una scelta vocazionale per il 39% degli iscritti ai percorsi IFP, una decisione presa direttamente a 14 anni, uscendo dalla scuola secondaria di primo grado.

D’altro canto questo dato conferma indirettamente l’importante funzione di recupero di tali percorsi per il restante 61% di ultraquattordicenni che si iscrivono dopo aver sperimentato l’interruzione di altri iter di studio. Il Rapporto evidenzia inoltre che la percentuale degli allievi stranieri è del 15,2% per i percorsi triennali, quando la media di studenti con nazionalità non italiana presenti tra gli iscritti alla secondaria di secondo grado nel complesso delle stesse regioni era appena del 7,2% nell’a.s. 2010/11.

Tra i 21 profili proposti per quell’annualità dal Repertorio Nazionale delle qualifiche relative ai percorsi triennali di IFP, sono 6 le figure che riescono a raccogliere un’adesione significativa. Si tratta delle figure di operatore riferite a: benessere, ristorazione, elettrico, meccanico, amministrativo-segretariale e veicoli a motore. Resta tuttavia l’esigenza di monitorare attentamente non solo l’offerta ma anche la domanda di formazione dei giovani, delle famiglie e soprattutto delle imprese. Come ricorda Crispolti,  che ha curato il Rapporto, “va in tal senso approfondita l’analisi dei fabbisogni territoriali di professionalità, anello di fondamentale importanza nella catena che lega la progettazione formativa e la domanda di formazione dei giovani e delle loro famiglie. Senza dimenticare la forte esigenza di una preventiva azione di orientamento per i ragazzi in uscita dalla scuola secondaria di primo grado, un’azione che deve mirare a raggiungere soprattutto coloro che hanno meno strumenti informativi e culturali“.

 

Per saperne di più

I percorsi di istruzione e formazione professionale

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