Formazione in impresa, una realtà ancora debole

Pubblicato il XII Rapporto sulla Formazione continua

Formazione in impresa, una realtà ancora debole

Formazione in impresa, una realtà ancora debole

03.05.2012 - Continuare ad apprendere, per rispondere meglio alle potenziali richieste di un mercato del lavoro che evolve. Gli adulti, occupati e inoccupati, che partecipano ad attività formative sono in aumento rispetto al passato in Italia, ma la loro peso in termini percentuali (6.2%) è ancora basso rispetto alla media europea (9.8)%. Come emerge dal XII Rapporto sulla Formazione continua (annualità 2010-2011) realizzato dall’Isfol per il Ministero del lavoro, si tratta di 1 milione e 600 mila 25-64enni.

Le maggiori occasioni di partecipare ad iniziative di formazione si hanno per dirigenti e quadri che lavorano in imprese di grandi dimensioni.  La propensione ad attuare formazione è, infatti, direttamente correlata alle dimensioni dell’impresa. La probabilità di ricevere formazione in un’azienda con più di 500 dipendenti (85,1%) è quasi tripla rispetto all’analoga possibilità in un’impresa con meno di 10 dipendenti (29,4%). Una relazione critica in un paese dove il tessuto produttivo è costituito primariamente da imprese di piccole dimensioni.
Resta esclusa dal processo di aggiornamento una quota di popolazione numericamente non trascurabile. Il Rapporto conta 7,5 milioni di persone che non partecipano ad iniziative di formazione e sono escluse, per scelta o per condizione socio-demografica, dal mercato del lavoro. Persone con bassa scolarità, pensionati e casalinghe, i cosiddetti "scoraggiati", per il recupero dei quali sarebbe necessaria in primo luogo una valutazione delle competenze già acquisite nonché interventi motivazionali e di orientamento volti all’incontro tra formazione e esigenze del mercato.
"Oggi in Italia – ha dichiarato Aviana Bulgarelli, Direttore generale dell’Isfol – si è già in possesso di informazioni, articolate anche a livello territoriale, sulle professionalità e le competenze richieste dal mercato del lavoro, ciò permette di orientare le persone verso azioni formative e di riqualificazione che possano coniugare le competenze possedute con quelle richieste dalle imprese".
Tra gli strumenti finanziari di maggiore interesse dedicati alla formazione continua, le opportunità offerte dai Fondi Paritetici Interprofessionali (attualmente ne sono attivi 20) che mettono a disposizione circa 500 milioni di euro l’anno. Nel periodo compreso tra il gennaio 2010 e il giugno 2011 i Fondi paritetici hanno approvato oltre 19.400 piani formativi a loro volta articolati in oltre 108.000 iniziative (mediamente circa 6 per ogni Piano), per un totale di 1 milione e 900 mila partecipazioni che hanno coinvolto più di 61.000 imprese. Numeri incoraggianti, come incoraggiante risulta il ruolo crescente di metodologie di apprendimento legate all’esperienza diretta in azienda, in una realtà in cui l’aula continua a rappresentare ancora il contesto di gran lunga più utilizzato.
Molto resta ancora da fare per articolare meglio l’offerta formativa, sia in termini di contenuti che di destinatari.  Più del 50% delle iniziative, infatti, si concentra sul rafforzamento delle competenze di interesse generale (informatica e lingue) e sulla formazione per la sicurezza. Inoltre, benché i provvedimenti di contrasto alla crisi abbiano consentito ai Fondi di allargare il loro intervento anche ad altre tipologie di lavoratori, come apprendisti, atipici e lavoratori in CIG e CIGS, il loro peso resta del tutto residuale.

XII Rapporto sulla Formazione Continua


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