Partecipazione femminile al mercato del lavoro: il punto in un convegno al Cnel
Stati generali sul lavoro delle donne in Italia
Marco Centra al convegno CNEL
03.02.2012 - E’ ancora lunga la strada da percorrere per colmare le disparità che caratterizzano la presenza femminile nel mondo del lavoro nel nostro Paese. Un gap che si alimenta di differenze retributive, inadeguatezza quantitativa nei servizi e politiche di conciliazione mai praticate.
Per riportare centralità al dibattito sul tema il Cnel ha organizzato gli Stati generali sul lavoro delle donne in Italia, invitando al confronto i maggiori esperti con i referenti istituzionali e le parti sociali.
Fra i relatori al convegno anche Marco Centra, responsabile del servizio statistico dell’Isfol, il quale ha presentato i dati di una indagine raccolti in un volume uscito recentemente nella collana I libri del Fondo sociale europeo. Nella ricerca si è adottato un approccio multidisciplinare per cogliere il fenomeno attraverso chiavi di lettura eterogenee. Un modello teorico sviluppato su un campione rappresentativo di 6000 donne fra i 25 e i 45 anni d’età che ha fatto emergere i fattori determinanti dell’inattività femminile in Italia in maniera articolata e con spiegazioni innovative. A partire dal presupposto di base che il basso livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro italiano è dovuto a numerosi elementi di natura economica, sociale e culturale sono state applicate prospettive analitiche del fenomeno di carattere economico, sociologico, psicosociale e antropologico. Si è così affrontato il problema tramite una pluralità di chiavi di lettura, legate sia al mercato del lavoro che al più ampio contesto socio-culturale e familiare, i luoghi in cui matura la decisione di partecipare o di non partecipare.
Nelle tabelle e nel report che sintetizzano i principali dati emersi dalla ricerca Isfol risalta, in particolare, la spiccata asimmetria nella ripartizione dei carichi di lavoro domestico: la giornata lavorativa degli occupati con almeno un figlio - tenendo conto del lavoro retribuito, del lavoro familiare, degli spostamenti da casa al lavoro - è di circa 15 ore. Ma mentre la maggior parte del tempo dei padri è dedicata al lavoro retribuito, circa 10 ore su 24, il tempo delle madri è diviso tra lavoro familiare, 8 ore e 35 minuti, e lavoro retribuito, 7 ore e 9 minuti. In pratica, mediamente, la giornata lavorativa delle donne è 45 minuti più lunga di quella degli uomini, le donne dormono circa 10 minuti in meno ed hanno meno tempo da dedicare a sé stesse o al tempo libero. Una divisione del lavoro che si basa su modelli culturali sedimentati, in cui una gran parte dell’inattività femminile è ancora dovuta a trasmissione di modelli intergenerazionale, schemi che vanno scomparendo ancora molto lentamente.
Il quadro dell’occupazione femminile, già di per sé critico, ulteriormente peggiorato con la crisi, riporta al centro dell’attualità il tema della rifondazione delle politiche di welfare. Uno scenario in cui il Cnel, con questa giornata di analisi e dibattito, si è proposto un obiettivo ambizioso: essere luogo di sintesi fra le rappresentanze sociali e sede in cui svolgere le istruttorie e l’auditing sugli effetti dei provvedimenti del governo in materia. Grazie anche alla collaborazione degli enti che, come l’Isfol, possono contribuire alla conoscenza del tema, dei relativi problemi e delle possibili soluzioni.
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