Accesso aperto ai dati della ricerca: il punto al Cnr
Cnr, Open data, maggio 2013
10.05.2013 - Rendere condivisi i dati della ricerca: è nello stesso tempo una sfida e una rivoluzione possibile. Sono le conclusioni che ha tratto Sveva Avveduto, Direttore dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali – Cnr, al termine del workshop sull’Open Access che si è svolto il 9 maggio presso la Biblioteca del Consiglio nazionale delle ricerche. Lo spunto del confronto fra ricercatori è stata la presentazione di una ricerca che l’Istituto ha realizzato in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine e L’Istituto di Scienze e tecnologie dell’informazione, sull’uso e la conservazione dei dati tra i ricercatori del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del Cnr.
La rilevazione, presentata da Daniela Luzi, ricercatrice dell’Irpps-Cnr, intendeva approfondire la conoscenza degli atteggiamenti e delle pratiche legate al data sharing, nella consapevolezza che ciò possa costituire un tassello utile nello sviluppo di infrastrutture tecnologiche e politiche di supporto in direzione di un accesso aperto ai dati della ricerca pubblica. Ne è emerso che c’è interesse al tema della condivisione e consapevolezza sul ruolo dei dati per il progresso della ricerca, esistono pratiche consolidate ma va prestata attenzione ad aspetti cruciali quali la valutazione delle attività di gestione dei dati, il supporto tecnico e il monitoraggio del processo di condivisione.
Molte le esperienze presentate nel corso dell’incontro, fra le altre la testimonianza di Stefano Nativi, membro del gruppo di lavoro di Science Europe, che ha ricordato che l’Open Access non ha solo un valore scientifico ma può anche servire ad altro, per esempio favorire nuove opportunità di posti di lavoro, e di Donatella Castelli, Direttore tecnologico di Open Aire che ha illustrato le caratteristiche e i vantaggi di questo progetto europeo.
Il filo conduttore degli interventi è stato il sostegno alla tesi che per fare condivisione servono fondamentalmente policy adeguate ma occorre anche un approccio partecipativo e collaborativo di tutto il mondo della ricerca, che rimanga sempre alla base, senza mai lasciare in secondo piano l’investimento nella divulgazione. Anche l’Isfol segue la strada dell’open access, attraverso il repository istituzionale che mette a disposizione degli utenti i documenti prodotti dalla ricerca finanziata con fondi pubblici.
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