Convegno all’Università di Bologna

Giovani e mercato del lavoro

04.02.2013 - Giovani e mercato del lavoro, un incontro mancato, un rapporto complesso da trattare prontamente, come ci suggeriscono le preoccupanti statistiche nazionali. L’università di Bologna punta i riflettori sul fenomeno dedicandogli  il convegno “Giovani e mercato del lavoro: instabilità, transizioni, partecipazione, politiche” svoltosi lo scorso 1 febbraio presso l’Università del capoluogo emiliano.

L’evento ha raccolto il contributo di accademici e studiosi del fenomeno, in un panorama sempre crescente di analisi sulle caratteristiche dell’occupazione giovanile e sulle conseguenze , della disoccupazione e dell’inattività per le giovani generazioni  .  Molte le dimensioni del problema analizzate: da quelle relative ai percorsi dell’istruzione e della formazione, ai dispositivi e agli strumenti di supporto ai percorsi di transizione, alle caratteristiche della domanda di lavoro, agli elementi specifici nazionali e locali di regolazione del mercato del lavoro, alle forme di protezione sociale garantite o meno dal lavoro o da altre agenzie come la famiglia, all’importanza delle reti sociali e al ruolo delle organizzazioni di rappresentanza.

Tra le relazioni della mattinata quelle di Dirk Hofäcker “Globalization, Rising Uncertainty and Changes in Social Inequality in Modern Societies” e di Emilio Reyneri “I giovani tra disoccupazione e sovraistruzione”. Il pomeriggio si sono svolte 5 sessioni di discussioni parallele, tra cui Giovani, mercato del lavoro e instabilità, Giovani, lavoro e partecipazione e Giovani e welfare. Quest’ultima sessione, coordinata da Riccardo Prandini, è stata introdotta dalla relazione di Giovanni Battista Sgritta dal titolo “De-generazione: il patto violato”; per l’Isfol,  Francesca Bergamante, Tiziana Canal e Valentina Gulatieri, hanno presentato lo studio “L’efficienza dei sistemi di welfare in ottica generazionale: l’applicazione della Data Envelopment Analysis ai paesi europei”. Il contributo presentato, partendo da quanto già evidenziato in uno studio sul welfare young friendly presentato a settembre 2012 alla Conferenza Espanet “Risposte alla crisi. Esperienze, proposte e politiche di welfare in Italia e in Europa”, ha consentito di esplorare le dinamiche generazionali tra i diversi paesi europei, mostrando le realtà territoriali in cui, nonostante la difficile situazione economica, il sistema di welfare, grazie al suo carattere “generativo”, riesce a favorire la componente giovanile nel passaggio alla vita adulta e a sostenerla nella vita attiva. In tal senso è stato possibile osservare l’efficacia in termini generazionali di alcuni sistemi di welfare, in rapporto all’intensità dell’investimento.

Il lavoro, oltre a realizzare un’analisi comparata tra  paesi per verificarne i livelli di efficienza relativa, misura, grazie al Data Envelopment Analysis (DEA), i livelli di efficienza  di unità (imprese, paesi, regioni, ecc.) individuando  il miglior rapporto tra risorse utilizzate e output prodotti. L’analisi Isfol rappresenta dunque come l’utilizzo della DEA, oltre a far emergere situazioni di paesi nei quali efficacia ed efficienza sono compresenti, può costituire una fonte di informazioni importanti per quei territori che, al contrario, presentano situazioni di inefficacia e al di sotto della frontiera di efficienza. Specie in una fase congiunturale in cui il contenimento della spesa è diventato un vincolo e in molti casi un obiettivo imprescindibile, l’implementazione della DEA può dare risultati utili a orientare le scelte di policy, senza incidere su oneri aggiuntivi.

L’Isfol è stato inoltre rappresentato nella Terza sessione “Giovani e transizione dall’istruzione al lavoro/2”, dal contributed paper “L’Evoluzione e l’efficacia occupazionale dei percorsi di IFP in Italia” di  Massimo De Minicis. Il paper si concentra sull’evoluzione della formazione professionale iniziale, qualifica o diploma professionale, negli ultimi 10 anni, analizzandone l’ efficacia in termini occupazionali. Nello specifico, sono evidenziati gli esiti occupazionali e le caratteristiche del background familiare e scolastico dei giovani che hanno partecipato a tali percorsi formativi.

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