Da Cvts e Indaco

Formazione aziendale: continua la crescita

dati excel

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05.08.2013 - Più del 55% delle imprese italiane con almeno dieci addetti ha svolto nel 2010 attività di formazione professionale per le proprie risorse umane. Cinque anni prima la quota corrispondente superava di poco il 32%. Notevolmente migliorata la posizione del nostro Paese, passato dal ventiquattresimo al diciottesimo posto nella relativa graduatoria in ambito europeo. Sono alcuni dei risultati che emergono dalla quarta rilevazione europea sulla formazione nelle imprese, denominata Cvts (Continuing Vocational Training Survey), recentemente pubblicati dall’Istat. L’indagine Cvts viene realizzata in collaborazione con l’Isfol, nel quadro di una collaborazione pluriennale che consente al nostro Istituto di produrre i dati Indaco-Cvts  e rappresenta  gli esiti di una proficua collaborazione tecnico-scientifica fra i due Istituti, finalizzata alla produzione di dati statistici, allo scambio di prassi e allo sviluppo di tecniche e di metodologie armonizzate a livello europeo.

Cresce anche il numero di lavoratori che hanno partecipato ai corsi - sono più di 3 milioni, un terzo del totale – ma rimane la prevalenza degli uomini sulle donne. Fra i dati emersi, oltre alle novità vi sono alcune conferme, per esempio il fatto che la tipologia di formazione più diffusa è rappresentata dai corsi di formazione e che la formazione è maggiormente diffusa nelle imprese di grandi dimensioni e nei settori dei servizi, in particolare quelli di carattere finanziario.

Roberto Angotti, responsabile del Gruppo di Ricerca Indagini sulla domanda e l’offerta di formazione, ricorda che “grazie a queste indagini statistiche, negli ultimi venti anni abbiamo assistito alla crescita e abbiamo accompagnato lo sviluppo del fenomeno della formazione nelle aziende italiane e abbiamo fornito indicazioni utili sulla quantità e qualità di formazione erogata dalle imprese ai propri addetti e sulle esigenze non soddisfatte”. Secondo Angotti “la crescita quantitativa del fenomeno, cui oggi finalmente assistiamo, è dovuta principalmente all’esigenza di erogare i corsi di formazione obbligatoria (sicurezza sul lavoro, salute, ambiente). Tale incremento evidenzia quindi una diffusione di tipo “estensivo” piuttosto che di tipo “intensivo” del fenomeno, imputabile più all’aumento del numero di imprese che svolgono formazione che all’aumento di personale formato. Questo è un fattore che dovrebbe essere ricordato nel momento in cui si impostano le politiche formative ed è, comunque, un elemento positivo”.

La collaborazione fra Istat e Isfol, consolidatasi nel corso di molti anni, è sfociata nel recente avvio di una nuova rilevazione, attualmente in corso,  che mira a ricostruire il ruolo degli investimenti in capitale umano nell’ambito degli investimenti intangibili delle imprese.

 

Per approfondimenti:

La formazione delle imprese in Italia

Caratteristiche strutturali ed evoluzione dell’offerta di formazione aziendale nel periodo 2005-2010

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