Lavoro nero e irregolare

La condizione dei lavoratori stranieri in Italia

11.12.2013 – L’indagine Isfol sul lavoro nero e irregolare dei lavoratori stranieri in Italia ha concluso la fase di campo, che ha visto coinvolti 3.000 stranieri ed ha evidenziato alcuni dati interessanti, anticipati e messi a confronto nell’ambito di due Focus Group realizzati nel mese di novembre. Tra gli aspetti più significativi emerge un livello di istruzione piuttosto basso: è intorno al 20% la quota di coloro che non hanno nessun titolo e un altro 20% non va oltre l’istruzione

elementare, L’impiego prevalente è in settori come l’agricoltura, le costruzioni e le attività domestiche presso le famiglie. Vi è inoltre un’alta percentuale di lavoratori stranieri che hanno avuto incidenti sul lavoro. Sono tutti elementi che sembrerebbero confermare un’immigrazione prevalentemente destinata verso lavori che richiedono basse competenze e bassa specializzazione, destinata ad occupare i segmenti più “sfruttati” del mercato del lavoro.

Nel corso del primo dei due Focus, tenutosi a Roma il 13 novembre, si è dibattuto in particolare sulle ricadute della crisi, che sembrerebbe produrre effetti subdoli, laddove non solo diminuisce il lavoro sommerso, spiegabile con la diminuzione generale del lavoro e l’aumento del tasso di disoccupazione, ma in alcuni territori sembrerebbe favorire un clima di competizione tra nuovi lavoratori stranieri e lavoratori locali, che spingono affinché diminuisca il numero dei permessi di soggiorno richiesti dal competente ufficio immigrazione, fenomeno che segnerebbe, almeno in parte e in alcuni territori specifici, il ritorno dei lavoratori locali verso lavori e mansioni prima dismesse e via via occupati dai lavoratori stranieri.

Il secondo Focus, svoltosi a Napoli il 20 novembre, è stata l’occasione per confrontarsi, tra l’altro, sull’art.18 del Testo Unico sull’Immigrazione, relativo al Soggiorno per motivi di protezione sociale, visto quale strumento fondamentale dell’approccio centrato sul rispetto dei diritti umani ma le cui potenzialità sono al momento ancora del tutto espresse. Ad esempio l’estensione dell’articolo, per cui vi sarebbe il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari nel caso in cui si ravvisino condizioni di grave sfruttamento, sembrerebbe aprire nuove possibilità di controllo del fenomeno.

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