La Svimez fotografa l'emergenza economica e sociale del Sud
17.10.2013 - Mille pagine fitte di statistiche, interpretazioni macroeconomiche e considerazioni sociologiche per comporre il quadro di una storica emergenza del nostro Paese: sono i contenuti del Rapporto Svimez 2013 sull'economia del Mezzogiorno presentati oggi a Roma.
Nel corso della relazione introduttiva Riccardo Padovani, direttore della Svimez, ha illustrato i termini quantitativi delle caratteristiche del divario fra Regioni del centro nord e quelle meridionali, divario che nell'attuale fase di recessione si è ulteriormente accentuato, registrando un crollo drammatico in termini di investimenti, occupazione e produttività. In particolare Padovani ha ricordato che “le regioni del Mezzogiorno sono quelle, tra le regioni Convergenza dell’Europa a 15, dove è stata più ampia la caduta dell’attività produttiva, peggiore di 0,3 punti percentuali di quelle tedesche, di 0,6 punti di quelle greche, di 0,8 di quelle spagnole”. Una situazione già di per sé preoccupante sulla quale sta per abbattersi uno “tsunami in termini demografici, poiché la popolazione residente è cresciuta negli ultimi 10 anni solo nel Centro-nord mentre al Sud nei prossimi 50 anni ci saranno 4 milioni di abitanti in meno, rimarranno solo i più anziani”. Situazione altrettanto drammatica dal punto di vista dei dati sul mercato del lavoro: “Il cosiddetto tasso di disoccupazione corretto, che tiene conto della disoccupazione esplicita, di quella implicita e della CIG, è arrivato nel Mezzogiorno al 28,4%, oltre 11 punti in più del tasso ufficiale mentre nel Centro-Nord è all’11,9%, quasi 4 punti più di quello ufficiale”. Come Padovani ha ricordato alla platea dei presenti e degli interlocutori politici occorre intervenire poiché “l’emergenza economica si intreccia con un’emergenza civile e sociale, alimentata dalla spirale perversa redditi - consumi – occupazione, per fronteggiare la quale occorrono politiche del lavoro e politiche di welfare in grado di compensare gli effetti della crisi, contrastando le disuguaglianze che ostacolano la ripresa della crescita”.
Alle sollecitazioni ha risposto Carlo Trigilia, Ministro per la coesione territoriale, il quale ha ribadito l'importanza e la necessità di utilizzare al meglio i fondi strutturali europei per lo sviluppo del Paese ed ha ricordato il ruolo che potrà svolgere la nuova Agenzia per la Coesione Territoriale per il monitoraggio sistematico dei programmi operativi e degli interventi della politica di coesione.
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