Orientamento e mondo del lavoro
12.04.2013 – Come avvicinare i giovani al mondo del lavoro? Quale è il ruolo della scuola, e quello dell’università? Quale quello della famiglia? Sono questi alcuni degli interrogativi al centro del dibattito tenutosi ieri presso l’Auditorium dell’Isfol tra gli autori del volume ‘Orientamento e mondo del lavoro’ a cura di Nicola Schiavone.
‘L’orientamento deve essere tra gli strumenti utilizzati da tutti coloro che si occupano di lavoro e di formazione‘ così il Presidente dell’Isfol Pier Antonio Varesi ha aperto il pomeriggio di studio. A motivare questa affermazione il ruolo di connettore tra le diverse realtà che tutti gli operatori riconoscono all’orientamento. ‘Anche per questo motivo – continua Varesi – l’Istituto si candida nei prossimi anni a sostenere e rafforzare questo filone di ricerca che partendo dalla mappatura delle realtà nazionali contenuta nell’unica banca dati al momento disponibile è arrivato alla stipulazione dell’Accordo Stato-Regioni’
‘L’obiettivo che si poneva questo lavoro - ha proseguito Anna Grimaldi tra gli autori del volume ed esperta Isfol di Orientamento – era quello di aiutare i giovani a scegliere in maniera efficace i percorsi di studio e insieme accompagnarli nel percorso di ricerca e conoscenza delle proprie capacità e competenze come utili strumenti per trovare lavoro. Soprattutto era fondamentale capire cosa si può fare concretamente per ridurre il divario e i tempi di incontro tra domanda e offerta di competenze’.
Importante la sintesi dell’esperienza fatta nella provincia di Torino riportata da Umberto D’Ottavio (Camera dei Deputati - già Assessore all'istruzione della provincia di Torino) che ha descritto il ciclo di seminari dedicato agli operatori dell’orientamento per diffondere una migliore conoscenza del mondo del lavoro. ‘Dalle informazioni raccolte in questo percorso di avvicinamento alla cultura del lavoro abbiamo capito che è fondamentale – ha spiegato D’Ottavio - avere dell’orientamento una definizione condivisa a livello nazionale che estenda la responsabilità di tutti gli operatori nelle singole realtà locali e garantisca il raggiungimento degli standard minimi europei’. Da qui la necessità non solo di pensare ma di realizzare in tempi brevi una scuola che formi gli orientatori e ne riconosca la professionalità”.
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