Novità ai vertici dell’Istituto

Pietro Antonio Varesi nuovo Commissario straordinario

11.01.2013 - Il prof. Pietro Antonio Varesi è stato nominato dal Consiglio dei Ministri Presidente dell’Isfol e, in attesa della registrazione dell’atto da parte della Corte dei Conti, gli è stato affidato l’incarico di Commissario straordinario dell’Istituto a partire dall’1 gennaio 2013.

Ordinario di Diritto del Lavoro e direttore del Master universitario in Formazione e Politiche del Lavoro presso l’Università Cattolica di Piacenza, il prof. Varesi è inoltre docente a Milano di politica del lavoro nel Master per Consulenti del lavoro dell’Università Cattolica e nel Master in Relazioni industriali e gestione delle risorse umane dell’Università Statale. Negli anni passati ha collaborato con Regioni, Province ed istituzione pubbliche per la predisposizione di provvedimenti legislativi e per la programmazione e progettazione di interventi di politica del lavoro. E’ stato presidente dell’Agenzia del lavoro della Provincia Autonoma di Trento dal 1986 al 2009 ed ha fatto parte del Comitato tecnico-scientifico dell’Isfol.

 

Quanto all’attività di studio e ricerca, svolta con un’attenzione particolare alla dimensione europea, l’impegno del prof. Varesi si è rivolto a cinque filoni principali: diritto sindacale; rapporto tra legislazione e contrattazione collettiva; regolazione del mercato del lavoro; forme flessibili di lavoro; intreccio tra formazione e lavoro. Autore di numerose monografie e saggi, il nuovo Commissario è anche direttore scientifico della collana F. Angeli “Politiche del lavoro” e membro del Comitato scientifico della rivista “Diritto delle relazioni industriali”.

 

“Voglio esprimere il piacere di poter lavorare con ricercatori e funzionari molto qualificati all’interno di un Istituto così prestigioso”, ha affermato il prof. Varesi in un messaggio al personale, inviato subito dopo l’assunzione dell’incarico. “Il Paese ha bisogno di una struttura che promuova, monitori, studi e valuti le politiche poste in essere in questi campi,  considerato che, nel contesto istituzionale italiano, la concorrenza di poteri legislativi di Stato e Regioni e l’attribuzione di rilevanti funzioni amministrative agli enti locali  rendono ardua la possibilità stessa di ricostruire il quadro nazionale di tali politiche. L’Istituto, dal canto suo, ha il dovere di essere all’altezza di questa importante sfida ed ha però il diritto di farsi valutare ed apprezzare per quanto effettivamente esprime a sostegno dello Stato, delle Regioni e del sistema di relazioni sindacali”.

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