Una fotografia sulla realtà delle Fondazioni
23.12.2016 – E’ disponibile da oggi sul sito dell’Istituto l’ultima indagine del Gruppo di ricerca Inapp “Modelli di intervento a supporto delle azioni di sistema per la qualità dei servizi e delle professioni sociali: standard di qualificazione” intitolata “Soggetti emergenti nel panorama dei servizi sociali: le fondazioni”.
Il testo, curato da Annalisa Turchini, rappresenta il secondo capitolo di un filone di studi rivolti al mondo delle organizzazioni non profit impegnate nei servizi sociali. In questa edizione ad essere messe sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori Isfol sono le fondazioni, un soggetto nuovo per le politiche sociali e ancor più per i servizi sociali. L’indagine, che ha interessato 1.681 soggetti, ha inteso fare luce su una realtà emergente nel panorama delle politiche sociali non solo riguardo la fornitura di servizi ma anche per la capacità di proporre soluzioni inedite nel sistema degli interventi sociali promuovendo una forte integrazione tra risorse pubbliche e private. Le fondazioni, secondo l’indagine, registrano nonostante il prolungato periodo di crisi un notevole incremento quantitativo tanto da imporsi in campo sociale sia grazie ai vantaggi fiscali e di governance di cui beneficiano, sia in ragione del forte radicamento nei contesti locali. Il catalogo dei servizi erogato dalle fondazioni è stato letto dal gruppo di lavoro dell’Inapp nel quadro del sistema di welfare italiano, il cosiddetto welfare mix che vede il soggetto pubblico in qualità di committente verso il mondo del non profit nella veste di fornitore. Ne è scaturito un quadro dal quale risulta evidente quanto e come gli stili organizzativi e le politiche di gestione delle risorse umane dei soggetti presi in esame influenzino in modo decisivo la qualità delle prestazioni sociali erogate. A questo proposito l’indagine fornisce una descrizione molto puntuale del mondo delle fondazioni fornitrici di servizi sociali individuando le quattro linee di tendenza che maggiormente le caratterizzano. La prima rappresenta un aspetto di originalità rispetto alle tipologie del non profit come ad esempio le cooperative sociali dove l’offerta prevalente è costituita da pacchetti di servizi a largo spettro e le professionalità utilizzate sono molteplici e diversificate. Al contrario, le fondazioni si contraddistinguono per una certa tendenza alla specializzazione, soprattutto nel campo dei servizi di tipo residenziale e domiciliare che prediligono target specifici quali anziani e disabili. In questo contesto le risorse umane più utilizzate sono gli operatori socio-sanitari la cui professionalità è di confine tra il sociale e il sanitario. Il secondo punto è rappresentato dal livello territoriale. A questo riguardo le fondazioni sono concentrate maggiormente nel settentrione con una forte prevalenza nel Nord-Ovest del Paese (53%) dove si rileva una forte presenza di famiglie mononucleari e una più consistente partecipazione delle donne al mercato del lavoro, quindi dove prevalgono i servizi residenziali. Ciò conferma l’attenzione con cui le fondazioni si rapportano con il mercato adattando e differenziando l’offerta di servizi in base ai fabbisogni locali anche in ragione delle differenti possibilità di finanziare i servizi. Infatti, soprattutto al Nord, accanto al finanziamento da parte di istituzioni locali è molto diffuso il pagamento delle rette da parte di cittadini privati alle fondazioni. Passando alla terza tendenza, la ricerca evidenzia come la potenziale competitività delle fondazioni scaturisca in parte dalla loro natura patrimoniale che gli consente di disporre con immediatezza di risorse economiche per finalità stabilite dal fondatore e in parte dalla disciplina codicistica che favorendo il riconoscimento di tali soggetti li ha resi organizzazioni agili tanto nell’organizzazione che nella governance. A quest’ultimo proposito le fondazioni non hanno obblighi legati alla presenza di un consiglio di amministrazione fatto che consente loro di ridurre i tempi dei processi decisionali a differenza sia delle amministrazioni pubbliche, sia dei soggetti profit che presentano maggiori rigidità strutturali. Ovviamente la carenza di forme di partecipazione allargata, se da un lato rappresenta un vantaggio per la riduzione dei tempi dall’altra comporta criticità riguardo la coesione dentro le organizzazioni. Il quarto ed ultimo punto si riferisce alla capacità da parte delle fondazioni di costruire relazioni con attori chiave a livello locale al fine di migliorare la qualità delle proprie prestazioni. Sotto questo profilo l’indagine rileva come le fondazioni abbiano saputo valorizzare il patrimonio di relazioni territoriali in loro possesso, insistendo molto sul rapporto con i cittadini/utenti e acquisendo un’expertise propria rispetto ad altri soggetti del Terzo settore. In sintesi le evidenze della ricerca restituiscono una fotografia del mondo delle fondazioni fornitrici di servizi sociali come soggetti in ascesa capaci di attuare strategie selettive del mercato, dei target e dei territori, attraverso una collaborazione di rete mirata a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei propri servizi. In un’ottica di welfare allargato che valorizzi le risorse pubbliche ma anche quelle private, le fondazioni si qualificano come avamposto di sperimentazioni rispetto a nuove modalità di azioni capaci di combinare efficacemente risorse pubbliche e private attraverso strategie di specializzazione di servizi e condivisione di percorsi di rete con l’obiettivo di soddisfare al meglio i bisogni dei cittadini/utenti.
Per approfondire:
Soggetti emergenti nel panorama dei servizi sociali: le fondazioni