Uscito lo studio del Nuval con il contributo dell'Isfol
12.02.2016 – Individuare i fattori che favoriscono l’efficacia di alcune misure di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale attraverso un confronto dei paesi Ocse, questo il tema analizzato nell’indagine “Trasferimenti monetari condizionali per il contrasto della povertà infantile e l’inclusione sociale: una review realista sui paesi dell’area Ocse” dal Nucleo di valutazione e analisi per la programmazione (Nuval) del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio.
Il gruppo di ricerca interistituzionale coordinato da Liliana Leone ha proceduto ad una revisione sistematica della letteratura sul tema del trasferimento monetario a carattere condizionale (TMC) realizzato nei paesi dell’area Ocse con sistemi di welfare più avanzati. La misura è rivolta a famiglie con minori allo scopo da una parte di ridurre la povertà e la dipendenza da sussidi pubblici e dall’altra di aumentare l’occupazione e gli investimenti in capitale umano. Partendo da questi presupposti il lavoro di revisione prodotto dal gruppo di ricerca si è posto due obiettivi, in primis offrire input ai soggetti deputati a progettare o implementare questo tipo di programmi riguardo le condizionalità da introdurre e inoltre sperimentare e diffondere presso gli organismi di valutazione un approccio di revisione della letteratura utile a sintetizzare le evidenze di programmi sociali complessi chiamato sintesi realista. Tra gli autori che hanno contribuito alla stesura del rapporto di revisione ci sono anche Silvia Ciampi e Matteo D’Emilione ricercatori Isfol esperti di tematiche legate alla valutazione e alle politiche sociali. In particolare il loro lavoro si è concentrato sull’analisi delle strategie di contrasto alla povertà adottate in Europa a partire dall’inizio del secolo scorso fino ai nostri giorni con particolare riguardo per la tappe che hanno segnato il percorso verso un modello europeo di welfare che nell’accezione attuale si poggia su tre pilastri: supporto al reddito adeguato, mercati del lavoro inclusivi, accesso ai servizi di qualità. Tra gli strumenti di politiche sociali privilegiati dall’Europa vengono ricordati e analizzati il Social Investment Pacckage (SIP) inteso come investimento sociale capace di rafforzare le persone in modo da prepararle a prevenire i rischi di esclusione soprattutto formandole al lavoro e il Reddito Minimo (RM) vale a dire un regime di supporto al reddito che fornisce una rete di sicurezza per coloro che non possono lavorare o accedere ad un lavoro e che non hanno un assicurazione sociale. L’altro versante sul quale di sono concentrati i contributi dei ricercatori Isfol è rappresentato dalle politiche di contrasto alla povertà attuate in Italia. Secondo le analisi compiute, il nostro Paese costituisce rispetto all’Europa una sostanziale eccezione dal momento che le politiche nazionali ad oggi non hanno intrapreso la direzione degli altri Paesi in relazione alle misure universalistiche di sostegno del reddito a carattere assistenziale come il Reddito Minimo e anche rispetto alle politiche di attivazione e di Social Investment si è intervenuti solo in modo limitato. Se si considera che la letteratura in materia articola in tre categorie le misure attualmente disponibili per il contrasto alla povertà attraverso trasferimento monetario ossia: indennità di disoccupazione contributive, o di tipo assicurativo, indennità di disoccupazione assistenziali e le diverse forme di reddito minimo, emerge che l’Italia applica solo la prima di queste misure. Le altre due sono parzialmente coperte da misure assistenziali locali erogate da comuni insieme ad alcune sperimentazioni a livello regionale o locale di Reddito Minimo. Una condizione quella italiana che, nonostante i notevoli passi in avanti compiuti negli ultimi anni, necessita ancora di un importante sviluppo. A questo scopo, nell’ultimo capitolo dello studio, si discutono i risultati complessivi della revisione e si propongono alcune riflessioni conclusive relative alle possibili policy da mettere in campo anche per il contesto italiano.
Per approfondire: