Osservatorio Isfol 1-2 2014

Parliamo di: banche dati e ricerca di lavoro, orientamento, tecnologia e formazione, educazione degli adulti, politica di coesione e molto altro.

 

 

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Banche dati on line e ricerca del lavoro: come valutare il ruolo dei servizi pubblici per l’impiego

di Emilio Reyneri

Nella maggior parte dei paesi europei gli Spi non sono più, da molto tempo, delle organizzazioni burocratiche, attente solo al rispetto delle procedure. Essi hanno diffusamente adottato, difatti, tecniche di gestione per obiettivi, che si fondano sulla definizione preventiva di precisi obiettivi operativi da raggiungere, sulla costruzione di indicatori quantitativi che misurino il livello con cui tali obiettivi sono raggiunti, sulla raccolta di dati che consentano di calcolare gli indicatori e sul confronto tra obiettivi e risultati. L’articolo presenta alcuni indicatori per monitorare la performance degli Spi, delle modalità di raccolta dei dati necessari per implementare questi indicatori, e, infine, illustra alcuni differenti modelli adottati nei paesi europei per utilizzare le banche dati on-line al fine di favorire l’incontro tra posti vacanti e persone in cerca di lavoro. Nonostante sia stata condotta qualche tempo fa, la ricerca conserva tutta la sua
attualità in un dibattito italiano ancora poco attento al funzionamento degli SPI, di cui si trascurano anche altre funzioni altrettanto importanti e utili al buon funzionamento del mercato del lavoro (dalla diffusione di informazioni al sostegno ai soggetti più deboli).

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Il ruolo dei Cpi nell’intermediazione dell’utenza debole verso l’offerta formativa

di Giuseppe Di Battista e Roberto Landi

L’articolo riporta gli esiti di uno studio effettuato dall’Isfol per indagare il ruolo esercitato dai Centri per l’impiego nel rinvio dell’utenza alla formazione professionale finanziata dai POR FSE 2007-13. Lo studio si basa sui dati dell’Indagine
Nazionale Placement e considera gli allievi che hanno concluso i corsi di formazione. In base al canale utilizzato per la scelta dell’intervento sono individuate due popolazioni: gli allievi che sono ricorsi ai CPI e quelli che hanno usato canali diversi dai CPI. Tali popolazioni sono state analizzate secondo alcune caratteristiche socio-anagrafiche. I risultati ottenuti evidenziano una modesta capacità d’intermediazione diretta da parte dei CPI, in un quadro di complessiva prevalenza dei canali di ricerca informali. Nel ruolo di snodo tra domanda e offerta di formazione l’azione dei CPI è orientata all’intercettazione di una fetta di popolazione molto più debole, sul mercato del lavoro, rispetto all’universo dei formati. Altresì essi operano un’intermediazione verso l’offerta formativa assai coerente con le caratteristiche della loro utenza. L’azione svolta dai CPI si presenta ancora di modesta portata, ma con un posizionamento ed un profilo ben marcati rispetto agli altri canali.

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Orientamento: Dimensioni e strumenti per l’occupabilità

di Anna Grimaldi, Rita Porcelli e Alessia Rossi

A fronte dei dati sulla disoccupazione giovanile e sulla dispersione scolastica, è evidente che una cittadinanza occupazionale oltre che difficile da conquistare è spesso impossibile da mantenere, con pesanti ricadute sui bisogni di realizzazione di sé e di riconoscimento sociale. Per ridare speranza ai giovani occorre quindi integrare l’obiettivo dell’occupabilità con quello della pensabilità di un lavoro che abbia valore per sé. In questa direzione è stata introdotta l’European Youth Guarantee, parte integrante della strategia “Europa 2020” e pilastro della politica comunitaria a sostegno dei giovani. Lo studio Isfol che viene qui presentato, partendo dalla riflessione sul costrutto, ha l’obiettivo di mettere a punto uno strumento psicometricamente valido per l’autovalutazione dell’occupabilità (questionario AVO), che possa dare una stima delle dimensioni individuate come pregnanti nella definizione e declinazione dell’occupabilità
individuale. Il questionario AVO, pensato in primis per un target giovanile, potrà essere utilizzato nei diversi percorsi di orientamento e accompagnamento al lavoro come strumento da inserire in una necessaria fase di assessment iniziale.

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Partecipazione al lavoro, invecchiamento attivo e transizione verso la pensione della popolazione over 50

di Eugenia De Rosa e Mauro Tibaldi

Il progressivo invecchiamento della popolazione è destinato a produrre profondi cambiamenti sull’intera società. Le conseguenze sono già ben visibili nel mercato del lavoro e sulla sostenibilità del sistema previdenziale, con un forte incremento dell’occupazione over 50 indotto anche dalle recenti riforme pensionistiche. Il presente lavoro intende illustrare come, in un periodo caratterizzato da una fase recessiva, sia cambiata la partecipazione al mercato del lavoro e si siano modificate le condizioni professionali e materiali della popolazione over 50 in un’ottica di genere, utilizzando informazioni tratte dall’indagine sulle forze di lavoro condotta dall’Istat. Il prolungamento della vita lavorativa, sancito dall’innalzamento dell’età pensionabile, necessiterebbe del supporto di un sistema integrato e coerente di misure di active ageing, come ormai da tempo raccomandano le istituzioni internazionali. Il nostro paese ha adottato una via normativa ma fatica invece a implementare politiche di invecchiamento attivo a sostegno dell’occupabilità e della permanenza dei lavoratori maturi. Il prolungamento dell’attività lavorativa e la transizione verso la pensione vengono indagati attraverso i risultati del modulo ad hoc europeo “Conclusione dell’attività lavorativa e transizione verso la pensione”, inserito nel secondo trimestre 2012 all’interno dell’indagine sulle Forze di lavoro, una delle rare occasioni in cui vengono indagati gli atteggiamenti e le intenzioni dei lavoratori su questi temi.

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Il contenuto del lavoro delle professioni ordinistiche in Italia: cambiamenti recenti e fabbisogni da colmare nel breve termine

di Massimiliano Franceschetti

Obiettivo dell’articolo è fornire informazioni e dati per la pianificazione di percorsi di aggiornamento e formazione, nonché suggerimenti utili, per individuare e anticipare i futuri fabbisogni di competenze e conoscenze relativi alle professioni che in Italia fanno riferimento a Ordini professionali. Queste professioni, interessate da recenti evoluzioni normative sia a livello comunitario che nazionale, sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo. Questo articolo si concentra sugli aspetti qualitativi (in particolare fabbisogni di competenze e conoscenze), così come emergono dai dati raccolti nell’ambito della prima edizione dell’indagine Audit sui fabbisogni contingenti (2013) e dalla seconda edizione dell’indagine nazionale sulle professioni realizzata da Isfol e Istat (2012). Il contributo aggiorna una prima riflessione su questo tema già pubblicata sul numero 3/2012 dell’Osservatorio Isfol, focalizzando questa volta l’attenzione sull’aspetto del fabbisogno di conoscenze e di competenze da colmare nel breve termine, con particolare riferimento ad alcune professioni ordinistiche (consulenti del lavoro, spedizionieri doganali, farmacisti, infermieri, geometri, biologi e architetti).

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Studio sul lavoro nelle Organizzazioni di volontariato

di Michele Cuppone e Anna Mocavini

L’articolo presenta i risultati di un’indagine campionaria, curata dal gruppo di ricerca ISFOL “Economia sociale e non profit”. L’indagine è stata condotta, nel corso del 2013, presso le organizzazioni di volontariato (OdV) che operano nelle regioni dell’obiettivo Convergenza e fornisce dati e informazioni sulla numerosità, sulle caratteristiche delle risorse umane, sui bisogni formativi, sulle risorse economiche impiegate, delineando al contempo il modello organizzativo sulla base del quale le organizzazioni operano. In questo articolo si analizzano i risultati riferibili al personale volontario e non1. L’obiettivo della ricerca è quello di rafforzare le basi informative sul Terzo Settore per giungere ad una conoscenza dell’evoluzione del fenomeno, delle sue potenzialità di sviluppo, della capacità di contribuire proficuamente a una crescita che sia inclusiva e insieme qualitativamente elevata; si inserisce pienamente nel framework comunitario definito dalle priorità di Europa 2020, sposandone i principi dichiarati di crescita inclusiva, intelligente e sostenibile, caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. La rilevazione qui presentata, utilizza e sviluppa il SIONP - Sistema informativo delle organizzazioni non profit, realizzato, nel corso di questi ultimi anni, su committenza della Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo e le Formazioni Sociali.

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La dimensione sociale dell’Unione europea ed il contributo degli investimenti sociali nella nuova Politica di Coesione 2014-2020

di Marco Marucci

La comunicazione del 2 ottobre 2013 della Commissione europea sul raffor­zamento della dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria Strenghtening the Social Dimension of the Economic and Monetary Union COM(2013) 690, stimola una rifles­sione sulle molteplici misure, di promozione e di controllo, che l’Europa sta mettendo in atto per portare il dialogo istituzionale sul piano dei diritti sociali e di cittadinanza. Partendo dalla comunicazione europea sugli investimenti sociali di febbraio 2013, si analizzano le principali novità nella vision strategica della prossima programmazione. Soffermandoci su alcuni temi chiave che costituiscono anche le leve su cui premerà la futura Politica di Coesione, delineata dalla Strategia Europa 2020, vedremo come l’Europa vuole rilanciare una stagione di sviluppo e di reale inclusione sociale, supe­rando i dogmi della crisi finanziaria che ha caratterizzato la passata programmazione e puntando sulla costruzione di una “Europa sociale”, attenta all’applicazione dei diritti e alla promozione della solidarietà che il concetto di cittadinanza europea implica. La sintesi vuole avere il valore aggiunto di identificare una matrice di indicatori coniugan­do i vari strumenti di monitoraggio utilizzati dalla Commissione per il rafforzamento della dimensione sociale europea e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale. Tale matrice può essere un semplice strumento di misurazione, in quanto si basa su dati già presenti nelle rilevazioni Eurostat, del concetto di inclusione sociale in termini non esclusivamente monetari o occupazionali

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Apprendimento permanente e istruzione degli adulti

di Giovanna Spagnuolo

Il contributo, partendo anche dai risultati ottenuti dalla ricerca ISFOL “Istruzione degli adulti: politiche e casi significativi sul territorio”, descrive lo stato dell’arte sul tema dell’apprendimento e dell’istruzione degli adulti e, attraverso la lettura trasversale di casi significativi rilevati sul territorio, propone punti di attenzione e piste di lavoro utili all’impianto e alla realizzazione di un sistema di apprendimento alle competenze rivolto agli adulti.

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Il cloud computing nella formazione e nella scuola

di Dunia Pepe e Marta Palombi

Questo articolo riguarda il Cloud Computing e il suo utilizzo all’interno della Pubblica Amministrazione e più specificatamente nella scuola e nel sistema formativo. Il problema relativo all’importanza delle nuove tecnologie e del Cloud Computing, per l’affermazione della knowledge society, viene affrontato in relazione alle iniziative promosse dall’UE, come la strategia Europa 2020 e le sue sette iniziative faro tra cui l’Agenda Digitale Europea, volte a stabilire il ruolo chiave delle nuove tecnologie. L’innovazione digitale rappresenta per la scuola l’opportunità di superare il concetto tradizionale di classe e di creare uno spazio di apprendimento aperto sul mondo. Utilizzare servizi Cloud nell’istruzione vuol dire immaginare e progettare una scuola che in futuro potrebbe non avere più pareti. L’aula potrà diventare un luogo aperto dove poter lavorare insieme, sfruttando la ricchezza del sapere condiviso nella rete. Producendo così elaborati da poter mettere a disposizione di tutti. Nel saggio, come esempio di applicazione del Cloud Computing nella scuola, viene descritto il caso dell’Istituto Tecnico Industriale Majorana di Brindisi che rappresenta una tra le più significative realtà educative italiane.

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Una tecnologia distruttiva per il sistema educativo? La sfida dei Mooc’s

di Achille Pierre Paliotta

In questo testo si impostano alcuni elementi di analisi sui MOOCs al fine di poter contribuire a un dibattito che a livello nazionale pare ancora alquanto marginale a differenza di quanto succede oltre oceano. Con l’avvento dei MOOC s l’Università, intesa come luogo fisico e concreto, sembra essere costretta a re-inventarsi come servizio, forse come commodity, luogo post-geografico, accessibile 24/7 da chiunque e da qualunque luogo del mondo. In questo senso, le iniziative digitali delle università della Ivy League statunitense rappresentano il punto di arrivo di un processo di diffusione della cultura accademica che si è concretizzata, sin qui, in esperimenti di grande successo come l’OpenCourseWare del Mit e l’iTunesU, senza dimenticare la Khan Academy e Udacity. I MOOCs sembrerebbero aver posto una sfida davvero inedita e potenzialmente “distruttiva” al tradizionale campo educativo i cui esiti finali sono, comunque, ancora tutti da prefigurare.

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La gestione delle risorse umane nelle reti di impresa

di Fulvio D’Alvia e Anna Vaiasicca

I contratti di rete, cresciuti con ritmo rapido, dimostrano di aver fornito una soluzione alle imprese che intendono cimentarsi in nuove sfide, come ad esempio conquistare il mercato internazionale, superando il limite dovuto alla ridotta dimensione organizzativa. L’aggregazione in rete ha aperto una nuova stagione per le imprese perché consente di ampliare l’offerta dei prodotti, di collaborare per investire in innovazione tecnologica e nella creazione di nuovi prodotti, di realizzare progetti congiunti di sviluppo delle risorse umane. La formazione delle risorse umane, costituisce un elemento importante nella gestione e nella produzione della rete, in cui il know-how strategico posseduto dalle singole imprese potrebbe costituire al contempo un’occasione di apprendimento e di ingegnerizzazione della produzione della rete. La collaborazione all’interno della rete porta le imprese anche alla condivisione delle competenze su specifiche produzioni, in particolare sugli aspetti di progettazione e innovazione di prodotto, e facilita il reperimento di competenze in grado di intervenire nel ciclo produttivo. Sicuramente questo versante apre a scenari di formazione non formalizzata e non codificata che si intendono studiare attraverso un’indagine qualitativa dell’Isfol in collaborazione con RetImpresa, al fine di identificare gli elementi che possano promuovere maggiormente le formule individuate di trasmissione del sapere all’interno delle reti, di valorizzazione del sapere e delle risorse lavorative.

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La Banca dati Avvisi e Bandi. Uno strumento per il monitoraggio e la valutazione delle politiche di coesione

di Rosanna Ricciardi e Veronica Sciatta

L’analisi degli avvisi e bandi di gara fornisce un ricco quadro di informazioni riguardanti gli indirizzi di policy delle Amministrazioni nazionali e regionali e rappresenta una preziosa fonte informativa sulle scelte relative agli interventi da cofinanziare attraverso il FSE e attraverso altre fonti di finanziamento nazionale e regionale. Monitorare la programmazione attuativa è particolarmente importante ai fini valutativi in quanto rende possibile approfondimenti dal punto di vista dei contenuti e delle modalità procedurali implementate dalle Amministrazioni emananti consentendo di far emergere aspetti comuni e peculiarità presenti a livello nazionale. Basata su chiavi di lettura quali/quantitative, l’indagine ISFOL Analisi tramite banca dati degli avvisi e bandi emanati nella programmazione 2007/2013 intende comprendere su quali principi cardine ciascuna amministrazione ha fondato le proprie strategie programmatiche in riferimento alle tematiche oggetto di interesse degli avvisi e le priorità politiche chehanno condizionato il ri-orientamento dei fondi in funzione di contrasto alla crisi sia nelle regioni Obiettivo Convergenza che Competitività regionale e occupazione. L’articolo focalizza l’attenzione sui presupposti metodologici posti a base dell’indagine, restituisce le prime evidenze e indica le linee future per il monitoraggio e la valutazione della programmazione attuativa 2014-2020.

 
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