Il punto della sesta Relazione sulla legge 68/99
09.10.2012 - Nonostante la difficile congiuntura provocata dalla crisi economica e occupazionale i dati contenuti nella Sesta Relazione al Parlamento sul diritto al lavoro delle persone disabili registrano un segno positivo per il biennio 2010-2011.
La ricerca curata dall’Isfol per conto del Ministero del Lavoro afferma che gli avviamenti al lavoro, dopo aver raggiunto nel 2009 il livello minimo dall’introduzione della legge (20.899), nel 2010-2011 sono tornati a crescere raggiungendo rispettivamente quota 22.360 e 22.023. La ripresa sembra aver riguardato tutte le aree geografiche ad eccezione di quella meridionale, dove si assiste ad ulteriore contrazione. Tra le tipologie d’avviamento si conferma la prevalenza della convenzione che ha inciso nel 2010 per il 49,4% e addirittura per il 51,6% l’anno successivo. Riguardo le modalità di assunzione delle persone con disabilità si rileva una tendenza simile a quella che si è verificata nel resto del mercato del lavoro, ossia un incremento progressivo dei rapporti a tempo determinato a scapito di quelli a tempo indeterminato. Tra il 2010 e il 2011 si è assistito addirittura al sorpasso dei primi rispetto ai secondi anche se questa tendenza non si riscontra in tutto il Paese, nel settentrione infatti è netta la prevalenza dei rapporti di lavoro a tempo determinato mentre nel Centro e nel Sud continuano a prevalere gli avviamenti a tempo indeterminato. Per avere un quadro esatto della situazione è necessario mettere a confronto il volume degli avviamenti con il potenziale bacino di accoglienza rappresentato dalla quota di riserva dichiarata dai lavoratori pubblici e privati sottoposti all’obbligo di legge. Nel biennio 2010-2011 il numero di datori di lavoro pubblici scende da 4.073 a 2.557 e così pure la quota di riserva che passa da 74.741 a 34.165, stessa tendenza anche per i soggetti privati che dai 68.218 del 2010 si riducono ai 45.274 dell’anno successivo portando le quote di riserva da 228.709 a 143.532. Interessante rilevare in questo generale scenario in mutamento la costanza della percentuale degli avviamenti effettuata da aziende al di sotto dei 15 dipendenti, quindi non soggette ad obbligo, quantificabile in circa il 10% degli avviamenti totali. Tra i motivi del verificarsi di questo fenomeno c’è da considerare la composizione del sistema produttivo italiano, caratterizzato prevalentemente da imprese di piccole dimensioni ma accanto a questo anche della crescita di sensibilizzazione sociale sul tema della disabilità rispetto alla quale la legge 68 ha avuto un ruolo importante.