Politiche passive-attive del lavoro

L’esperienza italiana delle misure in deroga

19.11.2012 - Il nucleo centrale della strategia attraverso la quale l’Italia ha inteso dare risposte alle emergenze occupazionali imposte dalla crisi economico-finanziaria, che ha coinvolto il nostro paese a partire dall’ultimo trimestre del 2008, ruota intorno all’estensione del sistema di tutele economiche ad un maggior numero di lavoratori.

Nella fattispecie, si offre la possibilità di accedere alla Cassa integrazione guadagni e alla mobilità alle imprese e ai lavoratori esclusi dalla normativa ordinaria sugli ammortizzatori sociali in vigore fino alla fine del 2012 (L. 223/1991 e successive modificazioni). Tale estensione delle cosiddette “platee soggettive” trova riscontro normativo nell’art. 2, comma 36, della L. 203/2008, nell’art. 19 della L. 2/2009 e nell’art. 7-ter della L. 33/2009.

L’Accordo sulla gestione degli ammortizzatori sociali in deroga, sottoscritto nel febbraio 2009 dal Ministero del Lavoro, l’Inps, le Amministrazioni regionali e le due Provincie autonome di Trento e Bolzano ha mirato a salvaguardare la struttura produttiva ed occupazionale del paese, attraverso l’adozione di un meccanismo che consentisse alle aziende, soprattutto alle piccole e medie imprese, di evitare l’interruzione dei rapporti di lavoro e la conseguente chiusura delle attività attraverso il ricorso alla sospensione temporanea del lavoratore. Nel contempo, ai lavoratori è offerta l’opportunità di utilizzare il periodo di sospensione o interruzione del rapporto di lavoro per adattare e potenziare le proprie competenze, ai fini del rientro nell’azienda di provenienza o della ricollocazione in nuovi contesti produttivi.

L’Accordo, infatti, ha messo al centro della strategia il collegamento tra le politiche attive del lavoro e gli strumenti di sostegno al reddito attraverso l’utilizzo sinergico e integrato di strumenti finanziari diversi e ciò ha comportato una decisiva assunzione di responsabilità in carico alle Regioni, in termini di programmazione, coordinamento e controllo dell’intero processo.

Il consistente e determinante utilizzo del Fondo Sociale Europeo (FSE) ha indotto le Amministrazioni regionali ad un imponente processo di ridefinizione e adeguamento delle proprie programmazioni e relativi processi amministrativi, nonché al contestuale rafforzamento del sistema dei servizi per il lavoro - chiamati a svolgere un ruolo fondamentale per la presa in carico dei soggetti e l’erogazione dei servizi di politica attiva - nell’intento di garantire la corretta e funzionale sinergia tra le diverse misure, la qualità delle azioni e la loro sostenibilità finanziaria. Nello specifico, le risorse del FSE sono state utilizzate per finanziare la realizzazione di percorsi di politica attiva, a fronte dei quali è riconosciuta un’indennità di partecipazione che cofinanzia il sostegno al reddito riconosciuto dallo Stato.

L’analisi dell’attuazione e dei risultati conseguiti nel primo triennio di attuazione dell’Accordo  sugli ammortizzatori in deroga (2009–2011) è stata realizzata da Isfol e da Italia Lavoro S.p.A. e ha potuto utilizzare le informazioni sui trattamenti effettivi registrati dall’Inps nel Sistema informativo percettori, nonché quelle prodotte a livello locale relativamente ai servizi per il lavoro e alle misure di riqualificazione professionale.

 

Per approfondire:

R. De Vincenzi, A. Irano e M. Sorcioni (a cura di),  Attuazione e primi risultati del programma di contrasto alla crisi occupazionale. Triennio 2009-2011, Isfol (I libri del Fondo Sociale Europeo, 173), Rubbettino, Soveria Mannelli, 2012

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