La formazione professionale reagisce alla crisi con l'innovazione
23.04.2014 - Il sistema dell’offerta di formazione professionale reagisce alla crisi economica mantenendo adeguati livelli di qualità dei servizi formativi. E’ quanto emerge dall’ Indagine campionaria ISFOL-OFP (Offerta di Formazione Professionale in Italia), la quale ha rilevato interessanti segnali di cambiamento nel sistema formativo, mirati a coniugare qualità e sostenibilità degli interventi formativi
La tenuta complessiva del sistema formativo è resa evidente dal numero consistente di attività: 63 mila corsi di formazione professionale realizzati annualmente in Italia, di cui 40 mila finanziati con fondi pubblici dalle Regioni e 23 mila con fondi privati dalle imprese o dai fondi interprofessionali; l’utenza complessiva raggiunta è pari a quasi 1 milione di allievi, di cui 670 mila formati attraverso i corsi finanziati con fondi pubblici e il resto con fondi privati.
Emerge inoltre una capacità di risposta, attraverso un atteggiamento di tipo proattivo, ai cambiamenti e alle richieste di utenti e committenti. Il 98% degli organismi formativi ha reagito in modo dinamico, adottando una o più misure ed elaborando strategie diversificate: il 50,8% degli organismi ha affermato come l’azione più rilevante per contrastare la crisi sia stata quella di ampliare e differenziare la propria offerta formativa; per il 27,1% l’intervento più significativo è stato quello di ampliare le proprie reti di relazioni territoriali ed extraterritoriali per la ricerca di nuovi mercati o di introdurre innovazioni tecnologico-organizzative; il 10,4% ha cercato o avuto accesso a fonti di finanziamento specifico anti-crisi; il 8,6% ha provveduto ad aggiornare e riqualificare il proprio personale.
Al di là di quella che è considerata l’azione più rilevante fra quelle adottate per contrastare gli effetti della crisi economica, ben il 25% degli organismi formativi ha dichiarato di aver accompagnato tale scelta introducendo comunque qualche tipo di innovazione.
Le innovazioni di prodotto hanno riguardato principalmente l’attivazione di nuovi servizi di supporto alla formazione o di nuove dotazioni strumentali. Importanti sono state anche le innovazioni metodologiche così come la realizzazione di corsi a distanza o misti e, infine, la diversificazione dei settori economici relativi ai corsi erogati.
Per quanto riguarda le procedure adottate in maniera sistematica per la realizzazione di analisi dei fabbisogni, la maggiore parte delle strutture formative (61,4%) ha dichiarato di effettuare rilevazioni dei fabbisogni professionali delle aziende del territorio. Tale approccio è particolarmente diffuso tra le strutture dislocate nel Centro e nel Sud Italia (65,7% delle strutture del Centro e 61,7% di quelle del Sud).
In aggiunta o in alternativa ad una relazione più diretta con il tessuto imprenditoriale, il 51,5% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare soprattutto indagini svolte dagli attori istituzionali. Solo il 20,9% delle strutture non ha adottato modalità sistematiche di rilevazione ed analisi dei fabbisogni, valore che sale al 29,6% tra le strutture delle regioni del Nord Est.
Per approfondire:
- Roberto Angotti e Angelo Del Cimmuto, L’offerta di formazione professionale regionale in Italia, “Osservatorio Isfol”, 1-2/2013
- Roberto Angotti, Angelo Del Cimmuto, Giovanna Filosa, “L’offerta di formazione professionale nelle regioni italiane tra estensione della crisi e nuovi modelli di governance”
- Presentazione Indagine OFP aprile 2014