Stefano Sacchi Commissario straordinario
07.01.2016 - Stefano Sacchi è stato nominato Commissario straordinario dell’Isfol, a decorrere dal 1 gennaio 2016. L’incarico, disposto con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, avrà termine a conclusione delle procedure di rinnovo dei nuovi organi dell’Istituto, così come previsto dal d.lgs. 150/2015.
Stefano Sacchi (Torino, 1971) è docente di Scienza politica all'Università La Statale di Milano (Dipartimento di Scienze sociali e politiche), dove è anche membro del collegio docenti del corso di dottorato in Studi politici. È inoltre Affiliate del Collegio Carlo Alberto di Torino, ove in passato ha diretto l'Unità di ricerca sulla Governance europea (URGE) e creato il Master in Public policy and social change (MAPS).
Laureato in Economia politica all'Università Bocconi di Milano, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Scienza politica all'Università di Pavia. È stato visiting scholar a UC Berkeley, University of Southern Denmark e Cornell University, dove nel 2014 ha detenuto la Luigi Einaudi Chair. È membro del comitato scientifico di varie istituzioni di ricerca e autore di oltre cinquanta pubblicazioni nel campo delle politiche sociali e del lavoro in Italia e in Europa.
Stefano Sacchi ha preso parte al gruppo di lavoro sul reddito minimo costituito dal governo Letta. Come consulente del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, incarico lasciato a dicembre 2015, ha curato la riforma degli ammortizzatori sociali nel quadro del Jobs Act.
In un messaggio inviato a tutto il personale Isfol, Sacchi ha comunicato che nelle prossime settimane avrà luogo la revisione dello Statuto dell’Istituto “ridisegnandone la missione e assegnando maggiore centralità all’analisi strategica delle politiche sociali, del lavoro e della formazione, sotto il coordinamento del Presidente”.
“Se vogliamo che il nostro lavoro – ha aggiunto Sacchi – sia rilevante per la comunità, dobbiamo saper proporre al decisore pubblico alternative realizzabili, basate sulla diagnosi e la comprensione dei fenomeni sociali ed economici. I tentativi di soluzione ai problemi collettivamente rilevanti non li fornisce l’Isfol, ovvio. In una democrazia, gli unici legittimati a farlo sono i detentori di ruoli di autorità soggetti al controllo elettorale. Ma la qualità delle politiche pubbliche dipende in modo cruciale dalla qualità delle informazioni e delle proposte che chi prende le decisioni ha a disposizione”.