Linguaggi a confronto

Linguaggio non discriminatorio

Vengono presentati alcuni strumenti che diverse realtà hanno elaborato al fine di dare un contributo alla costruzione di un linguaggio pubblico maggiormente inclusivo.

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A Livello internazionale, molte istituzioni hanno dato indicazioni - a partire dagli anni 80 del secolo scorso - sul principio dell’uguaglianza di genere anche linguistica nella comunicazione scritta e nei media. La questione linguistica sembra rimanere principalmente ancorata al tema della neutralità della lingua dal punto di vista del genere, sebbene siano da segnalare alcuni casi di raccomandazioni per un linguaggio rispettoso di altri gruppi o persone a rischio di discriminazione, in particolare in base all’origine e alla disabilità.


 
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L'Amministrazione pubblica italiana, centrale e locale, ha lavorato nella direzione di promuovere un uso chiaro ed efficace della lingua italiana nella comunicazione istituzionale. Sono numerosi infatti i manuali, le disposizioni, le direttive elaborate a tale scopo  e di cui possono avvalersi le amministrazioni pubbliche quando espletano funzioni legislative, amministrative, o  di comunicazione istituzionale. Molte di queste risorse fanno riferimento anche alla necessità di utilizzare un linguaggio rispettoso del genere, mentre solo raramente si trovano sollecitazioni per un utilizzo di termini rispettosi delle diversità e delle caratteristiche delle persone.

 

 

 

A livello centrale è possibile notare come questi dispositivi non si siano tradotti in una produzione legislativa capace di superare l’approccio androcentrico, mentre, a livello locale, l’applicazione di tali indicazioni dipende ancora dalla sensibilità delle singole amministrazioni.

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Nei media si è avvertita l’esigenza di avviare una riflessione sull’importanza della comunicazione nella costruzione e trasmissione di stereotipi e pregiudizi riguardo determinate  persone e gruppi (come le donne, le persone immigrate, le persone rom, le persone con disabilità, le persone LGBT). Numerosi sono i casi di sensibilizzazione e attivazione da parte di giornaliste e giornalisti per richiamare i principali dettati deontologici della professione riguardo il dovere fondamentale di rispettare la persona e la sua dignità e di non discriminare nessuno per la razza, la religione, il sesso, le condizioni fisiche e mentali e le opinioni politiche.

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Nell'ambito dell'associazionismo e della promozione dei diritti umani ci si è mossi prevalentemente nella direzione di monitorare i principali mezzi di comunicazione per analizzare le modalità con le quali vengono solitamente rappresentate le minoranze, in particolare Rom e Sinti, ed esortare gli operatori dell’informazione all’utilizzo di un linguaggio rispettoso delle diversità e non discriminatorio.

 

 

 

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