Il monitoraggio dei Centri per l’Impiego

 

Operatori dei Centri per l'impiego

L’attività di monitoraggio dei 532 CPI italiani ha ricostruito un quadro nazionale che evidenzia alcuni elementi di elevata disomogeneità territoriale, sia in termini di personale impiegato che di volume e caratteristiche dell’utenza dei Centri per l’Impiego.

Presso i CPI operano 8.798 addetti con una netta concentrazione nelle Regioni del Sud Italia e una marcata prevalenza di dipendenti a tempo indeterminato. 

La quota di personale precario per alcune regioni risulta particolarmente rilevante, sebbene la gran parte del personale risulti assunto con contratto a tempo indeterminato (88%). 

In tale contesto la presenza di una quota rilevante di personale temporaneo incide direttamente sulla tenuta del sistema complessivo e in prospettiva indebolisce la potenzialità e le capacità di erogazione dei servizi. In primo luogo in ragione dell’evidente dipendenza di tali posizioni lavorative (almeno in fase di rinnovo contrattuale) dai finanziamenti disponibili e, in secondo luogo, a causa della maggior mobilità del personale a termine che, a fronte di contratti di tipo precario, potrebbe lasciare volontariamente il lavoro a fronte di prospettive occupazionali esterne più favorevoli. Inoltre, un’elevata quota di personale a termine rende meno efficiente l’organizzazione del lavoro, soprattutto se vista in un’ottica di medio periodo. Si pensi, ad esempio, agli interventi formativi tesi a rafforzare le risorse umane impiegate. È probabile che questi ultimi interessino solo marginalmente il personale non di ruolo, soprattutto quando quest’ultimo è prossimo al termine contrattualmente previsto. 

Personale operativo presso i CPI per tipologia contrattuale e area geografica. Valori assoluti e percentuali

Per ciò che concerne il livello di istruzione tra il personale operativo dei CPI, poco meno di 6 occupati su 10 hanno conseguito un diploma, il 27,1%, invece, è in possesso di un titolo universitario, mentre la percentuale di coloro che, al massimo, sono in possesso della licenza media sfiora il 16%. 

Tali risultati portano a due considerazioni generali: in primo luogo le Regioni che risultano essere più esposte, in termini di personale, alla precarietà, sono anche quelle che rischiano di perdere la componente più istruita del proprio personale operante nei Centri per l’impiego. D’altro canto, i sistemi regionali che possono contare su risorse umane più stabili (a tempo indeterminato) hanno operatori mediamente meno istruiti, ponendo, affianco al tema dell’adeguatezza numerica del personale operativo presso i CPI, quello del rinnovamento e del potenziamento delle risorse umane di ruolo.

Personale operativo presso i CPI per titolo di studio e area geografica. Valori percentuali

Utenti dei centri per l'impiego

Passando a considerare l’utenza servita, al 31 dicembre 2014 il volume complessivo degli utenti registrati nei Centri per l’impiego, con una dichiarazione di immediata disponibilità attiva, ammonta a 9.692.346 individui, con una leggera prevalenza di utenza femminile (52,8%) e un’incidenza di under 25 di poco superiore al 13% del totale (pari a 1 milione e 260mila unità).

Ma, al di là delle caratteristiche di profilo, la distribuzione degli iscritti presenta un’evidente “sbilanciamento” verso le regioni del Sud, presso le quali risulta iscritto il 51,9% degli utenti registrati. Nello specifico, i dati mostrano che tra le prime 10 provincie per volume di utenza (per un totale di oltre 3 milioni e 600mila individui, pari al 37,4% degli iscritti), 7 appartengono al sud Italia e ben 3 alla sola Campania.

Tale polarizzazione, peraltro, risulta molto meno pronunciata se si guarda al flusso di dichiarazioni di immediata disponibilità presentate nel corso dell’anno. Degli oltre 2milioni e 500mila DID registrate nel 2014, solo poco più di un terzo, risulta relativo alle regioni meridionali, valore sostanzialmente in linea con il dato demografico che vede al 34,3% la quota di popolazione media residente nel Meridione e nel 37,7% la percentuale di non occupati (disoccupati + inattivi) residente in quelle regioni.

A fronte, quindi, di un flusso di iscrizioni sostanzialmente coerente con il bacino d’utenza di riferimento, lo stock degli iscritti appare penalizzare decisamente i Centri per l’impiego delle le regioni meridionali segno di una maggiore difficoltà a intaccare il volume di utenza registrata, anche a causa di un contesto mercato-lavoristico meno dinamico e poco capace di offrire opportunità occupazionali alle persone in cerca di lavoro. 

Stock di utenti registrati con DID attiva al 31/12/2014 per area geografica, genere, età e durata della disoccupazione. Valori percentuali



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