La nuova governance delle politiche attive del lavoro

Il decreto legislativo n. 150 è intervenuto sulla governance delle politiche attive del lavoro (Pal). L’azione di riforma ha ridefinito gli attori della Rete di erogazione delle Pal e le relative funzioni e compiti, in particolare quelli di vigilanza e controllo della Rete stessa. 

Al Ministero del lavoro, oltre ai compiti di tipo tradizionale, gerarchico-burocratico, spetta, innanzi tutto, quello di fissare e verificare il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) delle Pal da garantire su tutto il territorio nazionale. Ha il compito di definire un Piano triennale di programmazione delle Pal e un Piano annuale di fissazione degli obiettivi del periodo relativi alla “riduzione della durata media della disoccupazione, ai tempi di servizio, alla quota di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro”, individuando gli indicatori di risultato sulla base del quale misurare le prestazioni degli operatori della Rete. Le attività di questi ultimi dovranno essere finalizzate a ridurre la durata media della disoccupazione e, a tal fine, verranno individuati i tempi entro cui dovranno intervenire in favore della utenza e le quote di intermediazione minima da garantire.

Il Decreto prevede la stipula tra Ministero e singole Regioni di una “convenzione finalizzata a regolare i relativi rapporti e obblighi in relazione alla gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro nel territorio”, negoziando, quindi, obblighi gestionali di diverso tenore, adeguandoli, ad esempio, alla capacità della singola amministrazione, anche modificando, in parte, i compiti ordinariamente «attribuiti» agli uffici di base regionali (i Centri per l’impiego). In tal modo si propone una Rete a geometria variabile, differenziata in via negoziale.

Il principale attore della Rete delle Pal di livello nazionale è rappresentato dalla nuova Agenzia nazionale - Anpal - istituita a decorrere dal 1° gennaio 2016, con funzioni di «coordinamento della gestione» di politiche affidate ad altri soggetti delle Rete. Ad essa è affidata la realizzazione (in cooperazione con Ministero, Regioni, Inps e Isfol) del «Sistema informativo unitario delle politiche del lavoro», composto da un nodo di coordinamento nazionale e da nodi regionali, nonché dal «portale unico per la registrazione alla Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro», attraverso cui i cittadini accedono alla stessa Rete. Dovrà, inoltre, istituire e gestire un «Albo nazionale degli enti di formazione accreditati dalle regioni e province autonome», cui le Regioni dovranno conferire i relativi dati, nonché il «Repertorio nazionale degli incentivi all’occupazione», costituito da una serie di informazioni di monitoraggio comunicate preventivamente dalle Regioni in procinto di introdurre detti incentivi. L’Agenzia nazionale è chiamata, inoltre, a verificare il raggiungimento degli indicatori di risultato fissati dal Ministero, anche al fine di proporre, sulle base dei risultati della stessa attività di monitoraggio e valutazione, le opportune modifiche dei target e indicatori di risultato fissati dal Ministero.

 Alle Regioni spetta il compito di erogare i servizi al lavoro. In particolare si stabilisce che queste erogano il servizio in house, tramite cioè i propri uffici (i Cpi), oppure ricorrendo al mercato per un ampio spettro di queste attività, creando un modello di servizi basato sulla creazione di un quasi mercato, attraverso lo strumento dell’accreditamento.

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