La dimensione del controllo
La dimensione del controllo fa riferimento al bisogno di controllare le condizioni generali del proprio lavoro, come ad esempio l’oggetto della produzione, la sua destinazione e l’organizzazione. Si riferisce quindi all’esigenza di partecipare alle decisioni riguardanti i diversi aspetti della produzione, assumendo responsabilità di gestione, indirizzo e strategia.
La qualità del lavoro in termini di controllo sarà tanto più elevata quanto più i lavoratori, che operano materialmente a un dato livello decisionale, potranno partecipare alla formulazione delle decisioni sovraordinate da cui quel livello dipende.
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Focus: La possibilità di scegliere Quanto e su cosa possono intervenire, i lavoratori nei processi decisionali o su alcuni aspetti, del proprio lavoro, che influenzano l’intero processo produttivo? La dimensione del controllo riveste un ruolo fondamentale per il benessere psicologico del lavoratore e influisce positivamente sui livelli di soddisfazione, nonché sulla motivazione dei lavoratori. Il livello di controllo raggiunto dal singolo lavoratore dipende, e al tempo stesso descrive, i modelli organizzativi adottati nell'impresa. La III indagine ISFOL sulla Qualità del Lavoro evidenzia una maggiore debolezza per i più giovani, per le donne e per i meno qualificati, nel poter dominare le condizioni generali del proprio lavoro. L'analisi dei dati mostra, inoltre, che se l'investimento in capitale umano ha un effetto positivo e statisticamente significativo sul controllo, ciò non accade in presenza di lavoro precario: in corrispondenza di contratti a tempo determinato si nota una minore possibilità di scegliere strategie e obiettivi, metodi e tecniche di lavoro, programmazione di attività, mansioni, compiti e velocità e ritmi di lavoro. |
Le possibilità di scelta degli occupati dipendenti nell'ambito del lavoro (%)
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Nel pdf trovi anche:
- Analisi delle singole componenti
- L'indicatore composito della dimensione del controllo