Il contrasto alle discriminazioni parte dal linguaggio
16.12.2014 – “Riflessioni per un linguaggio non discriminatorio. Alcune proposte per la redazione di avvisi pubblici di Fondo sociale europeo” questo il titolo dello studio curato da Lucia Chiurco, Laura Gentile e Germana Monaldi tre ricercatrici Isfol appartenenti al gruppo di ricerca Pari opportunità e contrasto alle discriminazioni.
L’analisi nasce per offrire un contributo alla questione, fondamentale, di un uso appropriato delle parole, quando riferite a persone e gruppi sociali posti ai margini o con esperienze di discriminazione. In particolare si rivolge a tutte quelle amministrazioni pubbliche o istituzioni titolari di Programmi Operativi di Fondo Sociale Europeo che redigono avvisi pubblici per la cittadinanza e che, proprio per questo, sono investite della responsabilità di restituire una corretta rappresentazione della realtà sociale attraverso un linguaggio capace di rimuovere stereotipi e pregiudizi. La ricerca si propone di offrire indicazioni pratiche e spunti utili per rappresentare in modo appropriato le persone a rischio di discriminazione destinatarie degli avvisi pubblici e per avviare o alimentare una riflessione più ampia con le Amministrazioni regionali, in vista della programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020, sul tema del linguaggio come fondamento del vivere civile e della comunicazione eticamente responsabile. La ricerca si compone di due parti, la prima dedicata all’analisi del linguaggio discriminatorio e delle categorie che lo qualificano come la stereotipizzazione, l’etichettamento, l’invisibilità e l’extravisibilità ossia modalità comunicative che consistono rispettivamente nel creare e diffondere stereotipi, utilizzare definizioni o neologismi spersonalizzanti o addirittura insultanti, nascondere o di contro accentuare determinate caratteristiche di alcune persone o gruppi. La seconda parte, invece, presenta lo strumento operativo di supporto per le amministrazioni titolari di Piani Operativi (PO) che richiama l’attenzione su alcune terminologie, suggerisce le alternative linguistiche e segnala, attraverso esempi specifici, le sezioni degli avvisi dove si può incorrere nelle principali insidie linguistiche. Inoltre, offre indicazioni, suggerimenti e proposte attraverso l’osservazione delle principali istituzioni pubbliche, internazionali e nazionali, del giornalismo, l’associazionismo e la società civile che si sono maggiormente impegnate nell’orientare il linguaggio rispetto alcuni fenomeni (sessismo, razzismo, antiziganismo, omofobia e transfobia) e hanno redatto linee guida, carte d’intenti, raccomandazioni, manuali di stile sia ad uso interno che rivolti, in particolare, al settore dell’informazione. La rassegna che ne scaturisce grazie al capillare lavoro di ricerca di Gentile, Chiurco e Monaldi si candida a diventare uno strumento utile non solo per tecnici e amministratori ma una guida utile ad ogni parlante per introdurre piccoli semi di cambiamento sociale nonché di una civile e rispettosa convivenza.