Active ageing

La sessione lifelong learning

26.11.2012 - Nell’ambito del convegno sull’active ageing organizzato dall’Isfol e dal Ministero del Lavoro una specifica sessione è stata dedicata a “L’invecchiamento attivo nella prospettiva del Lifelong learning”.

Ha aperto i lavori Raimondo Murano, Direttore Generale per l'istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni presso il MIUR, presentando il regolamento dei nuovi Centri per l'Istruzione degli Adulti (CPIA). E’ stata questa l’occasione per mettere in evidenza come il sistema dell’apprendimento formale si stia adeguando verso una maggiore apertura alla popolazione matura.

Roberto Angotti, responsabile del Gruppo di Ricerca “Indagini sulla domanda e l’offerta di formazione” dell’Isfol, ha fornito un quadro generale relativo alla partecipazione degli adulti alle diverse opportunità di apprendimento permanente, evidenziando l’esistenza di un consistente age gap. Tuttavia, ha sottolineato Angotti, un dato positivo è rappresentato dalla domanda di formazione dei senior, che risulta vitale negli ambiti dell’apprendimento non formale e soprattutto in quello informale, non necessariamente collegata al lavoro e non ancora adeguatamente canalizzata verso un’offerta di apprendimento riconosciuta formalmente. Emerge anche, dai dati Isfol Indaco, come il lifelong learning produca rilevanti benefici per gli individui e per le imprese in termini sia materiali che immateriali.

L’esperienza della Rete delle Università per l’Apprendimento Permanente (RUIAP), presentata dal Prof. Giancarlo Tanucci, ha messo in luce il ruolo centrale che l’Università può avere nel rispondere alle esigenze di apprendimento degli adulti, attraverso la definizione e lo sviluppo di un potenziato sistema per l'apprendimento permanente.

Mantenere in forma le proprie competenze è un obiettivo importante, come ha ricordato Rachele Serino che, riportando i risultati per progetto PerSeO della Regione Lazio, ha evidenziato come lo strumento del bilancio di competenze sia essenziale per la valorizzazione dell’esperienza e quindi anche per la promozione di un lavoro di qualità.

Con riferimento al mercato del lavoro, sono intervenuti diversi esperti. Il prof. Francesco Marcaletti (Università Cattolica del Sacro Cuore) ha presentato l’esperienza della Provincia di Trento in ambito di age management, sottolineando l’importanza della gestione del fattore età nei luoghi di lavoro. Investire nelle risorse umane e nell’innovazione, tecnologica e organizzativa, è fondamentale anche per Gabriella Bettiol di Confindustra Veneto, che ha posto l’accento sulla cooperazione intergenerazionale, presentando alcune esperienze di “action learning” realizzate con gruppi di manager “senior”. Su questo punto, la testimonianza diretta del Dr. Paolo Finozzi, manager uscito precocemente dal mercato del lavoro, ha permesso di evidenziare il successo dell’iniziativa in termini di attualizzazione delle competenze e di riconversione a nuove attività imprenditoriali, consulenziali o di “Temporary Manager”.

Il confronto con esperienze concrete di gestione dei lavoratori in uscita ha consentito di mettere a fuoco le esigenze specifiche dei lavoratori nel ricercare nuova occupazione. Relativamente a questo ambito, il Dr. Dragonetto ha portato l’esperienza del Lifelong Learning Center di Unicredit, che attraverso la concertazione tra azienda e OO.SS in merito alla formazione e alla formazione continua, ha realizzato il programma di apprendimento “Take Care” destinato a sviluppare competenze trasversali e attuare percorsi di riconversione professionale delle cosiddette “pantere grigie”.

Relativamente al rischio di espulsione dal mercato del lavoro, Aurelio De Laurentiis (Associazione ATDAL - Over 40) ha focalizzato il suo intervento sulla necessità di mettere in campo azioni innovative di sostegno dirette ai lavoratori maturi disoccupati e precari, volte ad incrementarne le competenze e a facilitarne il reingresso nel mondo del lavoro.

Tra i diversi soggetti e contesti che concorrono nel promuovere opportunità di apprendimento e nel valorizzare il potenziale delle persone in età matura, le Università popolari e della terza età hanno svolto un ruolo importante nella promozione di azioni di crescita culturale, di rafforzamento del capitale umano e di scambio intergenerazionale, come ha affermato Francesco Florenzano, Presidente dell’UPTER.

Sul tema del dialogo e della solidarietà tra le diverse generazioni, Davide Zepponi della Regione Sardegna ed Elettra Godani dell’Agenzia formativa Tecnofor hanno presentato il Programma Interregionale “Valorizzazione e Recupero degli Antichi Mestieri” che ha promosso interventi coordinati volti al mantenimento dei posti di lavoro e alla creazione di nuova occupazione nell’ambito dei mestieri tradizionali di qualità a rischio di estinzione. La cultura locale, le antiche tradizioni, i saperi millenari rappresentano infatti un’importante leva di sviluppo locale e di rilancio del territorio. Il progetto sardo, in particolare, ha consentito di valorizzare l’esperienza degli anziani maestri artigiani che hanno trasferito le proprie competenze ai giovani discenti, con un conseguente arricchimento reciproco.

La sessione, alternata con la trasmissione di video e filmati multimediali, si è conclusa con un ampio dibattito che ha portato alla formulazione di interessanti proposte, alcune delle quali sono state riportate nella Tavola rotonda con le parti sociali della seconda giornata. Tra le più incalzanti:

a) l’opportunità di introdurre sistemi di aggiornamento e di sviluppo professionale continuo obbligatori (come il DIF francese), ossia una quota obbligatoria di ore di formazione, al fine di sancire l’importanza del diritto individuale all’apprendimento permanente;

b) l’introduzione di forme di flessibilità che favoriscano l’uscita graduale dal mercato del lavoro, anche attraverso strumenti (part-time, telelavoro, ecc.) che comprendono l’utilizzo di dispositivi formativi.

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