Non solo numeri
Isfol studia la povertà osservando l'umanità
22.05.2012 - “Misurare per capire e progettare politiche d’inclusione a favore di persone a rischio di emarginazione sociale”. Così Aviana Bulgarelli ha aperto a Roma i lavori del convegno internazionale sul tema: “La multidimensionalità della povertà: come la ricerca può supportare le politiche per l’inclusione”. Due giorni (martedì 22 e mercoledì 23 maggio) di dibattito e confronto promossi dall’Isfol presso la Protomoteca del Campidoglio.
Di fronte a lei circa 150 partecipanti tra i quali spiccano i maggiori esperti italiani e stranieri impegnati sul tema dell’emarginazione sociale e della lotta alla povertà. Il Direttore dell’Isfol ha sottolineato la necessità di mettere in campo “un ventaglio variegato di politiche complesse ed articolate che necessitano per essere efficaci della partecipazione di vari decisori sia a livello nazionale che locale”. Secondo l’economista Antony Atkinson della London School of Economics “è fondamentale imparare da ciò che è stato fatto nel passato soprattutto in relazione alla capacità di studiare le dinamiche della povertà e della sensibilità politica ad attuare le considerazioni suggerite dagli studiosi”. In questa fase ha sottolineato Atkinson “mi sento cautamente ottimista se penso a quanto potrebbe fare l’Unione Europea se per esempio si impegnasse a garantire un reddito minimo per i bambini che non deve essere necessariamente monetario, ma può essere erogato sotto forma d’incentivi all’istruzione o all’accesso ai servizi” questo ha concluso l’economista “rappresenta una politica in linea con il principio di sussidiarietà”.
“La povertà oggi cambia pelle spesso è fluida, più indeterminata e articolata” questa è la fotografia scattata da Matilde Callari Galli della Fondazione Gramsci Emila Romagna. Secondo l'antropologa “la nuova povertà è caratterizzata soprattutto da famiglie che non riescono a far fronte alle spese ordinarie come le bollette, dai giovani senza lavoro fisso, da quelli che hanno abbandonato la scuola e dai migranti. Ciò che serve – conclude Callari Galli – è una maggiore interazione tra pubblico e privato per assicurare interventi più mirati sul territorio al fine di contrastare le marginalità”.
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