Oggi è la Giornata europea per la parità retributiva
28.02.2013 - "La giornata europea per la parità retributiva serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancora oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. Negli ultimi anni il divario si è ridotto solo in misura marginale. La constatazione più amara è che il lievissimo livellamento cui assistiamo è in buona parte attribuibile a una diminuzione delle retribuzioni maschili, come conseguenza della crisi economica, più che a un aumento di quelle femminili. La parità retributiva per uno stesso lavoro è un principio sancito dai trattati dell'Unione ed è giunto il momento, dopo anni di inazione, di farla diventare una realtà per le donne in Europa. La Commissione europea sta attualmente preparando un'iniziativa volta a favorire il cambiamento, in modo che nel prossimo futuro non ci sia più bisogno di una giornata per la parità retributiva." Lo ha ricordato Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia, in occasione della giornata che si celebra oggi in tutta l’Unione europea.
I dati purtroppo confermano che c’è ancora molto da fare: la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne sull'intera economia è del 16,4%, nessun cambiamento rispetto all’anno precedente. Questa è la ragione per cui la Giornata europea per la parità retributiva si celebra nuovamente il 28 febbraio, data corrispondente al 59° giorno dell'anno: la Commissione vuole sottolineare che attualmente sono ben 59 i giorni che una donna dovrebbe lavorare mediamente in più per guadagnare quanto un uomo.
Per fortuna in questo caso il nostro Paese si colloca in una buona posizione rispetto agli altri: anche se il divario è leggermente aumentato negli ultimi anni, in Italia è tra i più bassi dell’Ue (6,7%, è minore solo in Slovenia, Malta e Polonia) mentre il divario più elevato si registra in Estonia, Germania e Austria. L’Unione europea ha ribadito costantemente la necessità di assicurare l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego a partire dalla Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del luglio 2006. Anche l’Isfol ha contribuito nel corso degli anni all’analisi dei fattori del gender pay gap, uno dei campi di ricerca più attivi nell'ambito della letteratura sul mercato del lavoro.
Per approfondimenti:
Mercato del lavoro e politiche di genere 2012
Mercato del lavoro e politiche di genere 2011
La retribuzione integrativa e disuguaglianza di genere: il ruolo dei fattori osservabili
Differenziale salariale di genere e lavori tipicamente femminili