I piani formativi e i voucher individuali nella Legge 236/93

Dal 1996 la Legge 236/93 ha rappresentato per molto tempo (accanto alle Misure dedicate del FSE) il principale canale di finanziamento della formazione continua nel nostro Paese. Le linee strategiche a cui tali interventi si sono ispirati si sono evolute nel tempo: dalle  prime circolari, che prevedevano per la maggior parte il finanziamento di azioni di formazione aziendale e di “azioni di sistema”, si è arrivati con gli ultimi decreti attuativi all’introduzione dei Piani formativi concordati tra le Parti sociali.

Il Ministero del Lavoro ripartisce tra le Regioni e le Province, le risorse finanziarie provenienti dal Fondo di rotazione per la formazione professionale (alimentato con una parte del contributo obbligatorio contro la disoccupazione involontaria) per aggiornare e accrescere le competenze dei lavoratori e sviluppare la competitività delle imprese. Le Regioni e le Province autonome, di concerto con le Parti sociali, emanano a loro volta degli avvisi pubblici per finanziare:

  • piani formativi concordati aziendali, territoriali e settoriali
  • voucher individuali con priorità per alcune categorie di lavoratori, definite di volta in volta dai decreti ministeriali.

Una svolta nella strategia attuativa della legge 236/93 si è sostanziata con l'emanazione del Decreto Direttoriale del Ministero del Lavoro del 2009 che ha dato un'impronta anticrisi alla Legge 236/93 permettendo il finanziamento di piani straordinari di intervento ai sensi della Legge 2/09, di voucher individuali a favore dei giovani disoccupati, e l'utilizzo delle risorse anche per interventi a favore di lavoratori colpiti dalla crisi.

Tale strategia è stato ribadita negli ultimi due decreti emanati dal Ministero, il D.D. 202/2010 e il D.D. 78/2011.

Nei cambiamenti e nelle svolte strategiche impresse di volta in volta dal Ministero del Lavoro si riconosce una vera e propria attività di “laboratorio” per la messa a punto di strumenti efficaci di intervento. E’ in questo ambito che le Regioni hanno sperimentato per la prima volta gli strumenti per la Formazione continua a domanda individuale (notevolmente sviluppati in questo ultimo triennio) ed è sempre in quest’ambito che è nato il cosiddetto Piano formativo (territoriale, settoriale, aziendale o individuale), posto alla base dell’attività dei Fondi Paritetici Interprofessionali per la Formazione Continua. Su questa linea si segnalano i provvedimenti del 2003 e seguenti che segnalano l’esigenza di favorire l’integrazione con le omologhe azioni cofinanziate con il FSE.

Fino dai primi decreti di attuazione della Legge 236/93 si è attuata una sinergia tra il Ministero del Lavoro e l’Isfol per il monitoraggio degli interventi formativi finanziati ai sensi della Legge stessa.

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