Promuovere una transizione agevole dalla scuola al mondo del lavoro e garantire ai giovani l’opportunità di evolvere, tanto sotto il profilo professionale quanto su quello personale sono, da sempre, due questioni fondamentali per le nostre economie e società. Se i confini tra formazione e mercato del lavoro si vanno facendo sempre più sottili, con la conseguenza che ormai si profila come indispensabile, lavorare mentre si sta ancora studiando, e studiare mentre si sta già lavorando, la qualità del primo ingresso nel mercato del lavoro continua a rappresentare un elemento fondamentale nella futura costruzione dei processi di integrazione sociale dell’individuo, segnandone l’intera carriera lavorativa.
Nello specifico, l’indagine InTransizione, intende esplorare quel complesso universo che, ad oggi, viene da più parti etichettato addirittura in termini di “generazione perduta”. Una generazione alla quale viene chiesto di pensare in termini globalizzati, di portare con sé un bagaglio di esperienze formative sempre più complesse ed essere capace di adattarsi ai contesti più diversi, in base alla logica di un mercato del lavoro sempre più flessibilizzato. Come sottolineato dalla stessa Commissione Europea, il più grande cambiamento che sta affrontando l’Europa di oggi, è proprio quello di riuscire a capire come liberare il potenziale della generazione più qualificata di sempre.
Una generazione di giovani uomini e donne che ha studiato più di qualsiasi altra in precedenza, ma che in questa clima di crisi economica si vede fortemente ostacolata nel poter utilizzare tale bagaglio di competenze acquisite e tagliata fuori da un mercato del lavoro in profonda recessione economica e incapace di dialogare proprio con quelle che dovrebbero essere le nuove leve.
LA FASE DI RILEVAZIONE SUL CAMPO, PARITA A FEBBRAIO 2014 E CONCLUSASI A GIUGNO 2014 , HA COINVOLTO UN CAMPIONE DI CIRCA 45MILA GIOVANI