Presentazione

Alla luce dell’esperienza maturata in occasione della precedente edizione dell’indagine e dei nuovi quesiti emersi nel dibattito sulla qualità del lavoro, anche in relazione alla attuale congiuntura economica, con la IV indagine sulla Qualità del Lavoro in Italia si intende perfezionare la metodologia e le questioni di carattere più strettamente operativo. Dal punto di vista operativo, si rilevano numerosi elementi di complessità soprattutto in relazione alla portata del concetto di “qualità del lavoro” (a cui è possibile correlare i diversi aspetti dell’attività produttiva), all’ampiezza del campo di indagine (gli occupati in genere ma anche specifici segmenti definiti, ad esempio, dalle modalità contrattuali e dalla natura del lavoro svolto, dalla collocazione settoriale, dall’appartenenza territoriale, etc.) e ai possibili effetti della congiuntura economica sfavorevole.

Nella fase di progettazione dell’Indagine si è proceduto, da un lato, modificando il questionario di rilevazione che nelle precedenti edizioni raccoglieva informazioni finalizzate principalmente ad analisi di carattere strutturale e non consentiva di esaminare fenomeni di natura congiunturale; dall’altro, innovando l’intero processo di rilevazione delle informazioni che si rivolge ora non solo ai lavoratori ma anche alle imprese.

Nello studio della qualità del lavoro gli aspetti legati al profilo organizzativo d’impresa rappresentano forse una tra le carenze conoscitive più rilevanti. Nelle rilevazioni già effettuate i legami causali tra organizzazione e qualità del lavoro sono stati rilevati principalmente tramite informazioni di struttura (settore di attività, dimensione d’impresa, ecc.), ma ciò non ha consentito di cogliere in maniera adeguata l’eterogeneità, spesso anche elevata, delle strutture organizzative all’interno dei singoli settori. A sostegno di tale esigenza informativa occorre ricordare che i notevoli mutamenti che i sistemi di produzione hanno subito nel corso del tempo (su cui la congiuntura ha ulteriormente insistito) hanno dato vita a modelli organizzativi spesso disarticolati, in cui sono presenti allo stesso tempo elementi di frammentazione, ma anche di ricomposizione in sistemi multiformi. Le nuove geografie dei processi di produzione e la necessità di nuove chiavi di lettura degli assetti organizzativi di settori emergenti del terziario, si traducono in mondi eterogenei che rompono le tradizionali relazioni tra organizzazione del lavoro e dimensioni della qualità; spesso più profili organizzativi convivono nella stessa impresa, generando parallelamente diversi livelli di qualità del lavoro.

Di qui la necessità di integrare la base informativa dal lato dei lavoratori con informazioni sulle imprese. Ciò consentirà di rilevare, oltre al profilo organizzativo, anche altri elementi importanti che contribuiscono a determinare la qualità del lavoro, legati principalmente alle strategie aziendali in merito alle scelte di posizionamento competitivo, alle modifiche nella composizione dei fattori di produzione, alla propensione all’investimento in capitale umano e alla tendenza a competere sulla riduzione dei costi piuttosto che sull’aumento dell’efficienza produttiva. Considerare il lavoro dal punto di vista dell’impresa permetterà, inoltre, di pervenire ad ulteriori informazioni rilevanti sulla qualità del lavoro, quali la produttività, i margini di innovazione o gli aspetti motivazionali.

La pianificazione della nuova indagine ha proceduto in tal senso, progettando un campione congiunto di imprese e lavoratori, in modo da arricchire la base informativa, anche in termini di confronto tra la percezione del lavoratore e la visione dell’impresa, e rendere più robuste le relazioni causali tra gli elementi che determinano la qualità del lavoro.

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